
La motivazione di questo provvedimento, pur salutare, non è tale da rassicurare: un vizio di forma può essere superato, e in ogni caso gli uffici ministeriali sono tenuti ad applicare le norme, perché diversamente si macchierebbero di abuso di potere. Per allontanare dall’arcipelago di Tremiti e da altri luoghi del nostro mare lo spauracchio di perforazioni devastanti per l’ecosistema abbiamo bisogno di imboccare la strada maestra di una conferenza internazionale degli Stati rivieraschi che definisca in modo chiaro un orientamento complessivo in materia di estrazioni off-shore. È un’iniziativa verso la quale si è già espresso favorevolmente il ministro Clini, che trova l’assenso delle Commissioni Ambiente, Energia e Pesca del Parlamento Europeo, per la quale i tradizionali rapporto di buon vicinato con la Croazia, la Slovenia, l’Albania e la Grecia possono favorire soluzioni sensate e rispettose. È importante, è fondamentale che il sacrosanto No alle trivelle che andiamo a scandire a Manfredonia si sposi e si intrecci con il Sì a soluzioni stabili e condivise.
Ed è questo, non la passerella, il ruolo che compete ad una politica degna di questo nome.
di Fabrizio Tatarella
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