sabato 7 luglio 2012

Biacco o Vipera Nera? A Monte Sant'Angelo arriva la fobia per i rettili

Panico, choc, paura. Sono queste le sensazioni che oggi pomeriggio si sono avvertite e a Monte Sant’Angelo. 
Sensazioni diventate fobia per la presenza di rettili in Via Marcisi, incrocio Via Zuppetta. 
I rettili, della specie “biacco” o forse “vipera nera”, giacevano tranquillamente vicino un campetto da gioco, laddove spesso molti ragazzi si riuniscono per trascorrere momenti di svago. 
Per la cronaca, l’area garganica prolifera di vipere dalle dimensioni contenute, ma non dal color nero. Ed è per questo che più probabilmente si potrebbe trattare di un biacco, perciò non velenoso, ma pur sempre pauroso per la gente che lo incrocia. 
Il biacco (Hierophis viridiflavus), più conosciuto da noi come scurzon (o scurson), è forse il più noto tra i nostri serpenti, in particolare per la sua grande attività, specie se ha fame.
Questo colubro, se afferrato o disturbato, non esita ad affrontare l'aggressore e a difendersi vigorosamente con ripetuti morsi, tuttavia poco pericolosi, in quanto è completamente sprovvisto di veleno e di denti atti ad iniettarlo. Il Biacco facilmente si avvicina al metro di lunghezza, spostandosi regolarmente per procacciarsi il cibo. Il biacco o colubro, spesso di color verdegiallo è anche il serpente che più è riuscito ad adattarsi ai vari habitat che il nostro paese offre. Lo si può incontrare in prati, terreni rocciosi, margini di boschi, radure, zone più o meno umide. Ecco perché la presenza di un presunto biacco nero fa pensare a una vipera.
Noi non siamo esperti di rettili, ma sicuramente lo siamo nel comunicare che l’aera che oggi ha impaurito decine di residenti di Monte, vada bonificata.
Ci appelliamo al Sindaco Antonio Di Iasio, alle Autorità competenti, all’ASL, alla Protezione Animali affinché intervengano con mezzi adeguati per evitare altri incontri spiacevoli e, se permettete, paurosi e pericolosi. Ma l’appello è rivolto anche ai cittadini affinché non si facciano prendere dal panico, di non sfidare la sorte e, maggiormente, di non uccidere questi rettili che, pur suscitando paura, sono preziosi per l’ambiente e perciò per il fragile equilibrio della natura, già di per se compromesso.

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