Strane cose succedono a Bari come la immediata risposta del Comune di Bari alla richiesta della Dirigenza della Scuola Mazzini per il pieno utilizzo didattico dell’intero edificio, allo scopo di rendere il servizio scolastico più conforme ai bisogni formativi e scolastici, disfunzione causata dall’insufficienza strutturale e dalle carenze di sicurezza del complesso. L’esigibilità dei locali dati in concessione alla attigua chiesa di Santa Croce, il cui diritto scade tra quattro anni, sono giustificati dall'applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla normativa sulla sicurezza: nella fattispecie, l’inidoneità del locale per la refezione ritenuto tale dopo i controlli Asl, per cui il 31 dicembre 2012 deve essere chiuso, e la promiscuità degli ingressi tra scuola e altri soggetti, in questo caso le attività della parrocchia, che viola la normativa sulla sicurezza (DL 9-4 – 2008 ,n.81).
La risposta del Comune non si è fatta attendere, con solerzia, il 23.1.2002, nel Consiglio Comunale di Bari si è discusso furbamente non della scuola Mazzini bensì dell’ex Istituto Giovanni XXIII, vecchio nome della scuola, in tal modo, invece di rispondere alla richiesta della Dirigente, si è fatto finta di “parlare d’altro” anticipando non solo di quattro anni il titolo di concessione dei locali in oggetto alla contigua chiesa, ma estendendolo per ben 19 anni (delibera comunale del 8 marzo 2012). La reazione dei genitori e della scuola è stata di sconcerto e incredulità dal momento che appare evidente che un’istituzione Pubblica , quale il Comune, invece di tutelare interessi pubblici, quali la scuola , predilige favorire interessi privati, tra l’altro utilizzando penosi sotterfugi.
Da sottolineare che la sottrazione di questi locali al loro originario uso scolastico è stato effettuato con una manovra discutibile, operando cioè un cambio di destinazione d’uso come mostrano gli atti della D.I.A Ripartizione Edilizia e di fatto delegittimando l’Assessorato alle politiche giovanili . Uno sgambetto mal digerito dalle famiglie attente e risolute a difendere i diritti dei loro figli, un’attenzione che è stata determinanti nell’approvazione della delibera comunale del 17 settembre scorso, che ha riconosciuto come la delibera di concessione del marzo scorso fosse contraria alla legge sulla sicurezza oltre che “viziata da un’ istruttoria fuorviante ed in veritiera”
Non così fortunati i quartieri più degradati dove il diritto allo studio e alla scuola viene costantemente messo in secondo piano rispetto ad altri interessi , forse perché l’attenzione delle famiglie è più labile ed è più facile giocare con la loro ingenuità e con la memoria corta. Così è per la penosa agonia della Scuola Media San Nicola così avviene nel quartiere popolare di periferia del Villaggio del lavoratore dove la costruzione della scuola materna e primaria è un sogno sempre più sbiadito e lontano , nonostante l’espletamento di tutte le procedure burocratiche sin dal 2008 e la una copertura di 2,7 milioni di euro stabilito nel piano triennale del 2009, con il quale si prevedeva anche la riqualificazione della piazzetta antistante la parrocchia, la manutenzione di via Mesagne e la costruzione della fogna bianca.
L’allora assessore Simonetta Lorusso assicurò che erano state stanziate somme interessanti 7 milioni di euro per le scuole pubbliche di Bari tra cui attenzione particolare al villaggio del Lavoratore.
Oggi nell’area di costruzione rimane un grosso buco ricoperto di materiale di risulta, triste residuo di una storia vecchia 60 anni che ci riconduce alla nascita di questo quartiere a ridosso della zona industriale , e di un progetto edilizio che prevedeva anche una scuola mai sorta. Un deficit che fu colmato dall’assessore Memola che per 18 anni ospitò nei suoi locali le classi di una scuola fantasma, ma poi tutto svanì sepolto da una montagna di promesse e oggi il diritto allo studio dei bambini grava sui genitori che gioco o forza sono obbligati a dover utilizzare il proprio mezzo di locomozione o sui cittadini poiché del servizio di trasporto se ne deve far carico il comune o i comuni , dal momento che molti studenti frequentano le scuole della vicina Modugno.
Ma a questo punto c’è da chiedersi se i ragazzi di Bari vecchia non hanno più una scuola , ma vengono dispersi da una zona all’altra , se i bambini del Villaggio del Lavoratore vanno a Modugno per studiare, di questi edifici e di questo grande buco nel terreno cosa ne faranno?
Cui prodest? Certo non ai minori, soprattutto se indifesi e a rischio
di Adele dentice PBC Puglia
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