Delrio, presidente nazionale Anci |
Un caloroso applauso ha
accolto il presidente nazionale dell'Anci, Graziano Delrio, in visita nella
nuova sede regionale dell'associazione dei comuni, da parte di una assemblea di sindaci stufa di subite
tagli lineari e norme vessatorie da parte del Governo centrale. Una
attestazione di stima e incoraggiamento per il lavoro sin qui fatto e che dovrà
fare in queste prossime settimane ad un anno dalla sua elezione nell'infuocato
congresso brindisino. A dare il benvenuto il presidente pugliese dell'associazione
Luigi Perrone, che ha rappresentato la situazione drammatica dei comuni ormai
privati dell'autonomia politica e amministrativa da parte del governo Monti.
Dal Patto di stabilità
alle errate stime del gettito Imu con conseguente taglio del Fondo sperimentale
di riequilibrio fino ad arrivare al riordino delle Province, passando per i
residui perenti, questi i temi caldi che il sindaco coratino, insieme agli
altri primi cittadini pugliesi intervenuti, ha evidenziato nell'incontro di
ieri pomeriggio a Bari nell'attesa di un segnale di speranza da parte del
proprio presidente nazionale.
L'attesa non è andata
delusa perché il sindaco emiliano (per
residenza e non per nome...) ha usato parole chiare: “Dobbiamo superare la
logica dei trasferimenti, chiedendo al Governo che tutta l'Imu venga data ai
Comuni”. Questa la richiesta di Delrio al termine di un'intervento di circa
trequarti d'ora iniziato con le lettera che Einaudi scrisse nel '44 ai prefetti
per chiedere maggiore autonomia. Oggi come allora, ha detto il presidente Anci,
serve l'autonomia.
“Il federalismo
municipale non è mai partito. I fondi – accusa il Delrio - si fermano alle
regioni che invece di gestire dovrebbero preoccuparsi di programmare”.
E ancora “per fortuna,
abbiamo ottenuto dal Governo che si delineassero le dieci funzioni fondamentali
dei Comuni nella Spending review grazie al ministro Patroni Griffi che ha
ascoltato l'Anci”.
Sulla grande questione
della morsa del Patto di stabilità sui comuni il sindaco reggiano ha
evidenziato come “non si possono continuare a portare residui ogni anno. Solo
quest'anno ci saranno nove miliardi di residui mentre sarebbe opportuno che su
alcuni temi come l'efficientamento energetico, la messa in sicurezza di scuole
e territorio si potesse andare in deroga al Patto. Perché poi, ad esempio, ci
troviamo a discutere del dissesto idrogeologico causato dalle piogge e dei
danni da esse derivanti, quando potevamo invece investire la metà di quei soldi
in opere preventive”.
Su l'altro grande tema di
questi mesi, il riordino delle province, la posizione dell'Anci è altrettanto
chiara. Sin dall'inizio del dibattito l'associazione dei comuni immagina non il
riordino, nè la soppressione ma degli “Enti di secondo grado dove ci si siedono
tutti i sindaci e coordinano le politiche di Area vasta. Che problema c'è a
realizzare una riforma del genere – si chiede Delrio. I sindaci conoscono
meglio di chiunque altro le situazioni del territorio e sanno come raggiungere
obiettivi condivisi nell'interesse delle comunità”. E ancora “Ci vuole
autonomia normativa. Le gestioni associate sono una sfida da raccogliere,
perché altrimenti il prossimo obiettivo di questo governo sarebbero stati i
piccoli comuni, anzi, il governo dovrebbe premiare i comuni che decidono di
fondersi o di associarsi non facendoli sottostare al patto di stabilità”.
Insomma
i Sindaci sono pronti a rivendicare autonomia e vero federalismo fiscale in
questo scorcio di legislatura. Monti è avvisato.
di Vincenzo Matano
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