sabato 13 ottobre 2012

Anci. Delrio al Governo: “Deteci l'Imu e il federalismo ce lo facciamo da noi”

Delrio, presidente nazionale Anci

Un caloroso applauso ha accolto il presidente nazionale dell'Anci, Graziano Delrio, in visita nella nuova sede regionale dell'associazione dei comuni, da parte di  una assemblea di sindaci stufa di subite tagli lineari e norme vessatorie da parte del Governo centrale. Una attestazione di stima e incoraggiamento per il lavoro sin qui fatto e che dovrà fare in queste prossime settimane ad un anno dalla sua elezione nell'infuocato congresso brindisino. A dare il benvenuto il presidente pugliese dell'associazione Luigi Perrone, che ha rappresentato la situazione drammatica dei comuni ormai privati dell'autonomia politica e amministrativa da parte del governo Monti.
Dal Patto di stabilità alle errate stime del gettito Imu con conseguente taglio del Fondo sperimentale di riequilibrio fino ad arrivare al riordino delle Province, passando per i residui perenti, questi i temi caldi che il sindaco coratino, insieme agli altri primi cittadini pugliesi intervenuti, ha evidenziato nell'incontro di ieri pomeriggio a Bari nell'attesa di un segnale di speranza da parte del proprio presidente nazionale.
L'attesa non è andata delusa perché il  sindaco emiliano (per residenza e non per nome...) ha usato parole chiare: “Dobbiamo superare la logica dei trasferimenti, chiedendo al Governo che tutta l'Imu venga data ai Comuni”. Questa la richiesta di Delrio al termine di un'intervento di circa trequarti d'ora iniziato con le lettera che Einaudi scrisse nel '44 ai prefetti per chiedere maggiore autonomia. Oggi come allora, ha detto il presidente Anci, serve l'autonomia.
“Il federalismo municipale non è mai partito. I fondi – accusa il Delrio - si fermano alle regioni che invece di gestire dovrebbero preoccuparsi di programmare”.
E ancora “per fortuna, abbiamo ottenuto dal Governo che si delineassero le dieci funzioni fondamentali dei Comuni nella Spending review grazie al ministro Patroni Griffi che ha ascoltato l'Anci”.
Sulla grande questione della morsa del Patto di stabilità sui comuni il sindaco reggiano ha evidenziato come “non si possono continuare a portare residui ogni anno. Solo quest'anno ci saranno nove miliardi di residui mentre sarebbe opportuno che su alcuni temi come l'efficientamento energetico, la messa in sicurezza di scuole e territorio si potesse andare in deroga al Patto. Perché poi, ad esempio, ci troviamo a discutere del dissesto idrogeologico causato dalle piogge e dei danni da esse derivanti, quando potevamo invece investire la metà di quei soldi in opere preventive”.
Su l'altro grande tema di questi mesi, il riordino delle province, la posizione dell'Anci è altrettanto chiara. Sin dall'inizio del dibattito l'associazione dei comuni immagina non il riordino, nè la soppressione ma degli “Enti di secondo grado dove ci si siedono tutti i sindaci e coordinano le politiche di Area vasta. Che problema c'è a realizzare una riforma del genere – si chiede Delrio. I sindaci conoscono meglio di chiunque altro le situazioni del territorio e sanno come raggiungere obiettivi condivisi nell'interesse delle comunità”. E ancora “Ci vuole autonomia normativa. Le gestioni associate sono una sfida da raccogliere, perché altrimenti il prossimo obiettivo di questo governo sarebbero stati i piccoli comuni, anzi, il governo dovrebbe premiare i comuni che decidono di fondersi o di associarsi non facendoli sottostare al patto di stabilità”.

Insomma i Sindaci sono pronti a rivendicare autonomia e vero federalismo fiscale in questo scorcio di legislatura. Monti è avvisato.
di Vincenzo Matano

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