mercoledì 19 dicembre 2012

Emittenti locali, tra crisi, digitale terrestre ed un'offerta di produzione che langue

“Le emittenti locali pugliesi tra crisi, mercato e istituzioni nel passaggio al digitale terrestre” è stato il tema centrale su cui si è dibattuto nel corso dell’incontro che si è svolto nel Palazzo del Consiglio regionale pugliese, organizzato dal Corecom Puglia.
 I lavori sono stati introdotti dal presidente del Corecom Felice Blasi che ha evidenziato quanto la Puglia sia all’avanguardia nella progettazione delle opportunità che il digitale offre allo sviluppo facendo riferimento allo studio condotto dalla Fondazione Rosselli per il Corecom.
Ha fatto seguito l’intervento del presidente del Consiglio Onofrio Introna, che in qualità di referente della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali per la Comunicazione, si è soffermato sul ruolo giocato dalla Puglia nel momento in cui il passaggio al digitale terrestre era segnato anche da una  forte crisi economica. 
“La Puglia ha tentato  di fare da battistrada – ha detto Introna – grazie  ai dieci milioni di euro messi a disposizione per ammodernamenti tecnologici nel passaggio al digitale e sono state ventidue le emittenti ammesse. Di fronte a questi dati, si può parlare di un successo del bando, malgrado il rigore delle regole previsto dai bandi europei. La Regione però ne ha ammorbidito l’interpretazione, ammettendo a contributo anche aziende che hanno messo i dipendenti in cassa integrazione. Ma il successo del bando è merito anche delle emittenti. Infatti il sistema si è dimostrato sano, malgrado le difficoltà.
Pare che per le emittenti pugliesi – ha annunciato il presidente - sono in fase di liquidazione risorse per 14 milioni di euro del Ministero dello Sviluppo Economico relativo alla ripartizione delle risorse pubbliche 2010/2011 e che a gennaio dovrebbe arrivare il Bando 2012 che vede un cambiamento radicale dei criteri di assegnazione delle risorse negli ultimi dieci anni. È  significativo il fatto che i fondi andranno alle emittenti in ragione del 50% per i costi sostenuti per i giornalisti contrattualizzati e in posizione di regolarità contributiva.
Si terrà conto della media annua dell’ascolto rilevato dall’Auditel e la programmazione media annua dovrà essere costituita obbligatoriamente per il 30% da programmi informativi autoprodotti e per il 20% da programmi per i disabili. Il ministero sollecita l’occupazione e la regolarizzazione di redattori e personale dipendente.
L’occupazione, anche nelle emittenti private, è sempre una priorità per la Regione, infatti il Consiglio regionale, nelle prossime sedute, si impegnerà affinché si possano attivare delle azioni risolutive  al problema della sopravvivenza del sistema radiotelevisivo locale, che rappresenta un presidio importantissimo per la pluralità dell'informazione.
Uno degli obiettivi è quello di far promuovere , attraverso le reti locali, manifestazioni e iniziative sul territorio destinatarie di contributi regionali.
Quanto al digitale terrestre – ha concluso il presidente Introna - completata ormai la transizione, c’è il problema di riempire di contenuti le frequenze e assicurare all’utenza una migliore ricezione delle trasmissioni delle reti nazionali e locali, ma  le varie sollecitazioni e segnalazioni dei disagi, sull’intero territorio non solo pugliese ma nazionale, al Ministro Passera hanno sortito finora un nulla di fatto”.
A presentare lo studio Rosselli è stata la direttrice della Fonazione Flavia Branca, i cui obiettivi delineano lo scenario complessivo dell’emittenza locale pugliese e delle web tv regionali, evidenziandone elementi positivi e criticità, a pochi mesi dallo spegnimento definitivo della televisione analogica terrestre.
Le due aree sotto esame sono state le emittenti locali pugliesi e le Web tv con sede in regione.
Il passaggio al digitale, introdotto come una grossa opportunità per le emittenti di arricchire l’offerta e affinare i modelli di business, è stato più oneroso del previsto. Infatti, così come emerge dallo studio, gli investimenti per adeguare impianti e programmazione sono risultati insostenibili per varie emittenti locali.
Lo stato di crisi ha colpito 90 emittenti che hanno già restituito le frequenze e oltre la metà delle prime 30 tv locali denunciano perdite per 16 mln circa a fine 2011. Nell’ultimo studio sul settore televisivo privato italiano, la FRT (Federazione Radio Televisione) stima per il 2010 un totale risorse attribuito all’emittenza locale di 570,2 milioni di euro, meno del 10% del totale delle risorse relative al settore televisivo privato italiano. Di questi, 425 milioni costituiscono entrate da pubblicità.
La Puglia ha 2 emittenti il cui fatturato pubblicitario supera i 2,6 milioni di su 27 emittenti: per fare un confronto anche la Campania ne ha 2 su 31, e la Sicilia 4 a fronte di 55 emittenti.
La Puglia è, nel 2011, al secondo posto per entità dei contributi distribuiti dalla legge 448/98 dopo la Campania e prende una quota pari al 13% del totale.
La Puglia dovrebbe ricevere per il 2011 un contributo totale di circa 12,6 mln €, da ripartirsi tra le 41 emittenti che, in base alla graduatoria Corecom, sono risultate idonee.
Secondo le previsioni, per effetto della spending review, purtroppo nei prossimi anni, i contributi dovrebbero progressivamente calare.
E' un mercato in grado di sostenersi senza contributi, o con una buona fetta di tagli? Temiamo di no. Ecco perchè le tv locali dovrebbero, ed anche velocemente, cercare nuove strade, nuovi contenuti, e soprattutto nuove offerte in grado di attrarre risorse pubblicitarie, in conseguenza dell'attrazione di maggiori fette di pubblico. Ora come ora è soprattutto la produzione ad essere complicata e di difficile realizzazione.
di Eliona Cela

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