“Le emittenti locali pugliesi tra crisi,
mercato e istituzioni nel passaggio al digitale terrestre” è stato il
tema centrale su cui si è dibattuto nel corso dell’incontro che si è
svolto nel Palazzo del Consiglio regionale pugliese, organizzato dal
Corecom Puglia.
I lavori sono stati
introdotti dal presidente del Corecom Felice Blasi che ha evidenziato
quanto la Puglia sia all’avanguardia nella progettazione delle
opportunità che il digitale offre allo sviluppo facendo riferimento allo
studio condotto dalla Fondazione Rosselli per il Corecom.
Ha fatto seguito
l’intervento del presidente del Consiglio Onofrio Introna, che in
qualità di referente della Conferenza dei presidenti dei Consigli
regionali per la Comunicazione, si è soffermato sul ruolo giocato dalla
Puglia nel momento in cui il passaggio al digitale terrestre era segnato
anche da una forte crisi economica.
“La Puglia ha tentato di
fare da battistrada – ha detto Introna – grazie ai dieci milioni di
euro messi a disposizione per ammodernamenti tecnologici nel passaggio
al digitale e sono state ventidue le emittenti ammesse. Di fronte a
questi dati, si può parlare di un successo del bando, malgrado il rigore
delle regole previsto dai bandi europei. La Regione però ne ha
ammorbidito l’interpretazione, ammettendo a contributo anche aziende che
hanno messo i dipendenti in cassa integrazione. Ma il successo del
bando è merito anche delle emittenti. Infatti il sistema si è dimostrato
sano, malgrado le difficoltà.
Pare che per le emittenti
pugliesi – ha annunciato il presidente - sono in fase di liquidazione
risorse per 14 milioni di euro del Ministero dello Sviluppo Economico
relativo alla ripartizione delle risorse pubbliche 2010/2011 e che a
gennaio dovrebbe arrivare il Bando 2012 che vede un cambiamento radicale
dei criteri di assegnazione delle risorse negli ultimi dieci anni. È
significativo il fatto che i fondi andranno alle emittenti in ragione
del 50% per i costi sostenuti per i giornalisti contrattualizzati e in
posizione di regolarità contributiva.
Si terrà conto della media
annua dell’ascolto rilevato dall’Auditel e la programmazione media annua
dovrà essere costituita obbligatoriamente per il 30% da programmi
informativi autoprodotti e per il 20% da programmi per i disabili. Il
ministero sollecita l’occupazione e la regolarizzazione di redattori e
personale dipendente.
L’occupazione, anche nelle
emittenti private, è sempre una priorità per la Regione, infatti il
Consiglio regionale, nelle prossime sedute, si impegnerà affinché si
possano attivare delle azioni risolutive al problema della
sopravvivenza del sistema radiotelevisivo locale, che rappresenta un
presidio importantissimo per la pluralità dell'informazione.
Uno degli obiettivi è quello
di far promuovere , attraverso le reti locali, manifestazioni e
iniziative sul territorio destinatarie di contributi regionali.
Quanto al digitale terrestre
– ha concluso il presidente Introna - completata ormai la transizione,
c’è il problema di riempire di contenuti le frequenze e assicurare
all’utenza una migliore ricezione delle trasmissioni delle reti
nazionali e locali, ma le varie sollecitazioni e segnalazioni dei
disagi, sull’intero territorio non solo pugliese ma nazionale, al
Ministro Passera hanno sortito finora un nulla di fatto”.
A presentare lo studio
Rosselli è stata la direttrice della Fonazione Flavia Branca, i cui
obiettivi delineano lo scenario complessivo dell’emittenza locale
pugliese e delle web tv regionali, evidenziandone elementi positivi e
criticità, a pochi mesi dallo spegnimento definitivo della televisione
analogica terrestre.
Le due aree sotto esame sono state le emittenti locali pugliesi e le Web tv con sede in regione.
Il passaggio al digitale,
introdotto come una grossa opportunità per le emittenti di arricchire
l’offerta e affinare i modelli di business, è stato più oneroso
del previsto. Infatti, così come emerge dallo studio, gli investimenti
per adeguare impianti e programmazione sono risultati insostenibili per
varie emittenti locali.
Lo stato di crisi ha colpito
90 emittenti che hanno già restituito le frequenze e oltre la metà
delle prime 30 tv locali denunciano perdite per 16 mln circa a fine
2011. Nell’ultimo studio sul settore televisivo privato italiano, la FRT
(Federazione Radio Televisione) stima per il 2010 un totale risorse
attribuito all’emittenza locale di 570,2 milioni di euro, meno del
10% del totale delle risorse relative al settore televisivo privato
italiano. Di questi, 425 milioni costituiscono entrate da pubblicità.
La Puglia ha 2
emittenti il cui fatturato pubblicitario supera i 2,6 milioni di su 27
emittenti: per fare un confronto anche la Campania ne ha 2 su 31, e la
Sicilia 4 a fronte di 55 emittenti.
La Puglia è, nel 2011, al secondo
posto per entità dei contributi distribuiti dalla legge 448/98 dopo la
Campania e prende una quota pari al 13% del totale.
La Puglia dovrebbe ricevere per il 2011
un contributo totale di circa 12,6 mln €, da ripartirsi tra le 41
emittenti che, in base alla graduatoria Corecom, sono risultate idonee.
Secondo le previsioni, per
effetto della spending review, purtroppo nei prossimi anni, i contributi
dovrebbero progressivamente calare.
E' un mercato in grado di sostenersi senza contributi, o con una buona fetta di tagli? Temiamo di no. Ecco perchè le tv locali dovrebbero, ed anche velocemente, cercare nuove strade, nuovi contenuti, e soprattutto nuove offerte in grado di attrarre risorse pubblicitarie, in conseguenza dell'attrazione di maggiori fette di pubblico. Ora come ora è soprattutto la produzione ad essere complicata e di difficile realizzazione.
di Eliona Cela
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