martedì 16 ottobre 2012

Scuola, 8 milioni di tagli in Provincia di Bari. Tutti i numeri di un settore in grave crisi

Uno dei settori che forse più di altri avrebbe bisogno di investimenti delle pubbliche amministrazioni ma che, alla resa dei conti, sia per i tagli determinati dal governo centrale, sia per la mancanza di trasferimenti agli enti locali, sia per scelte ben specifiche delle amministrazioni periferiche, è sotto la lente d’ingrandimento dei tagli è la scuola. 
La crisi c’è e si sente. Servizi a rischio, innalzamento delle ore di cattedra senza alcuna retribuzione aggiuntiva, ridimensionamento scolastico sono soltanto alcuni dei problemi dei nostri istituti, per non parlare dei budget sempre più risicati che i dirigenti hanno a propria disposizione per garantire standard adeguati di preparazione e qualità dei servizi. 
Da ultimo è arrivata la decisione della Provincia di Bari di tagliare di ben 8 milioni di euro gli stanziamenti in corso per il settore scuola. 
“La sicurezza, specialmente quella delle nuove generazioni, dei nostri figli, non può essere messa in discussione da necessità di bilancio. Piuttosto si tagli e si risparmi sui tanti sprechi e sulle tante esagerazioni che continuano a contraddistinguere la politica anche a livello locale”. 
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, invita la Provincia di Bari a “riconsiderare il taglio di 8 milioni previsto in bilancio che riguarderà manutenzioni, strade e scuole”. 
“Sebbene – spiega Pugliese - sia comprensibile il momento di difficoltà che gli enti locali sono costretti ad attraversare a causa della mannaia che il Governo centrale continua a calare, con una costanza certosina, sui conti di Comuni, Province e Regioni, certi limiti vanno rispettati. La sicurezza e il corretto funzionamento degli istituti scolastici rappresentano diritti inviolabili di cittadini e lavoratori, che nessuna emergenza dettata da questioni ragionieristiche può derogare”. 
Il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari insiste sulla necessità di “una rivisitazione, anche a livello provinciale, dei costi della politica. L’iniziativa governativa, che sostanzialmente darà vita a una riduzione delle Province, è un buon punto di partenza. Ma si può e si deve fare di più, a cominciare da subito, senza attendere gli input legislativi romani”. 

Ma di quanto e di cosa stiamo parlando? 
Come si stanno gestendo le risorse per il settore scuola, e come sono determinati i tagli? 

Andiamo con ordine. In Puglia complessivamente parlando il numero delle autonomie scolastiche passa a 702 (da 896 dello scorso anno), divise tra: 462 istituti I° ciclo (infanzia, elementari e medie) e 240 superiori. 194 scuole in meno.
Dopo i tagli agli organici disposti dalla manovra Tremonti (legge 133/2008) ed attuati con le riforme Gelmini, che per la Puglia hanno significato nel triennio 2009/2011 una riduzione di ben 7.082 posti (- 4.093 docenti e – 2.989 ATA), questo è il quadro attuale:

ALUNNI in organico di diritto: 635.793 (2.356 alunni in meno nella sola scuola superiore sono anche il frutto della legge che ha abbassato a 15 anni l’accesso all’apprendistato.
POSTI DOCENTI in organico di diritto: 46.736.
POSTI ATA: 15.470.

In realtà il Piano triennale dei tagli non si è mai interrotto, continua a produrre i suoi effetti a causa delle modifiche introdotte agli “Ordinamenti scolastici”: maestro unico, riforma dei tecnici e dei professionali (che ha ridotto il monte ore di lezione, accorpate le discipline, azzerati i laboratori) e delle “misure” adottate per generare i risparmi di spesa (aumento del numero degli alunni per classe); infatti anche per l’anno scolastico 2012- 2013 continua la riduzione dell’organico di diritto del personale docente, che passa da 47.025 posti a 46.736. I posti in meno dei docenti sono quindi 289, così ripartiti:
Infanzia: - 63
Primaria: - 54
Secondaria 1° grado: -121
Secondaria 2° grado: -51

Sostegno.
Sono 7.503 i posti degli insegnanti di sostegno assegnati alla Puglia, di cui 6.069 in organico di diritto (conferma dello stesso numero di posti assegnati lo scorso anno) e 1.434 posti aggiuntivi. Gli alunni disabili sono: 14.399. Il rapporto alunni posti, in percentuale, è 1,97, ma in molti casi non vi è copertura sufficiente alle esigenze dei bambini e ragazzi disabili, in rapporto alla gravità dell’handicap.

In proporzione, la situazione degli organici ATA (ausiliari, tecnici e amministrativi) è ancora più drammatica, qui la dotazione organica di diritto, passata nell’attuale a.s. a 15.470 posti è, rispetto allo scorso anno, inferiore di 309 posti, di cui ben 231 si riferiscono al profilo dei DSGA (direttore dei servizi generali e amministrativi), quale conseguenza diretta della riduzione del numero delle autonomie scolastiche operata dall’ultimo piano di dimensionamento della rete scolastica.
Gli attuali esuberi (DSGA che hanno perso la titolarità), al netto dei pensionamenti, sono tutt’oggi 137. 
Per la prima volta quest’anno le assunzioni a tempo indeterminato del personale ATA non ci sono state.

Dirigenti scolastici provenienti dall’ultimo Concorso e assunti da quest’anno in Puglia:solo 35 su 218 vincitori.

Alcuni provvedimenti presi dall’attuale Governo sulla scuola e inseriti all’interno della cosiddetta Spending review (decreto legge 95 del 6 luglio 2012) hanno peggiorato ulteriormente la situazione, ecco alcune delle principali voci:
  • Transito forzoso dei docenti inidonei per motivi di salute nei profili (amministrativo e tecnico) del personale ATA. Tale misura rappresenta una grave ingiustizia che si sta compiendo a danno di migliaia di persone costrette, loro malgrado, a togliere ad assistenti amministrativi e tecnici, che negli anni hanno maturato competenze ed esperienza professionale, la possibilità di continuare a lavorare. Si stima che non saranno consentite nuove assunzioni di assistenti amministrativi per i prossimi anni. Solo per la provincia di Bari i docenti inidonei sono 144 a fronte di 72 posti vacanti tra amministratici e tecnici. 
  • Gli ITP (insegnanti tecnico pratici) in soprannumero vengono spostati nei profili ATA e vanno ad occupare i posti destinati agli assistenti tecnici.
  • Docenti in esubero (circa 10.000 a livello nazionale) trasferiti su altre classi di concorso anche senza abilitazione: si tratta di insegnanti di ruolo appartenenti a discipline divenute, a causa di una politica di risparmio sulla scuola, in esubero, questi potranno essere utilizzati per le supplenze su altre materie anche in assenza dell’abilitazione all’insegnamento, con gravi ripercussioni a danno sia dei precari, che si vedranno ulteriormente ridotta la possibilità di lavorare, che per gli studenti, in termini di impoverimento della qualità dell’offerta formativa.
  • Divieto di monetizzazione delle ferie: insostenibile per i docenti che, per contratto, non possono fruire delle ferie durante l’attività didattica.
  • L’innalzamento dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero (d.l. n° 201 del 6/12/2011) ha bloccato in Puglia alcune centinaia di lavoratori della scuola che si accingevano ad andare in pensione con i vecchi requisiti (quota 96); tale provvedimento vede la scuola fortemente discriminata anche rispetto ad altri comparti della pubblica amministrazione - per il personale della scuola non esistono finestre esso va in pensione sempre il 1° settembre –, tale scelta anche impedisce che si liberino posti destinati alla stabilizzazione dei precari e crea una battuta d’arresto anche rispetto alla necessità del ricambio generazionale, in particolare nei settori della prima infanzia

Il recente Disegno di legge di STABILITA’ di cui si discute estende il blocco dei contratti fino al 2014 e cancella, fino al 2015, finanche l'indennità di vacanza contrattuale e prevede l’aumento delle ore per i docenti della secondaria (da 18 a 24) senza aumento di stipendio, con relativa riduzione dei migliaia di posti oggi occupati da precari. La stima è di un taglio di circa un miliardo di euro complessivo a carico della scuola.
Permane il blocco degli scatti di anzianità, unico meccanismo, per i lavoratori della scuola, di avanzamento della carriera.
In ultimo, i suddetti provvedimenti ridurranno al lumicino le possibilità, per circa 3.000 precari pugliesi che da anni lavorano nella scuola, di poter ottenere nuovi contratti di lavoro.

I numeri sono chiarissimi. La scuola pugliese (ma nelle altre Regioni la situazione è del tutto analoga) è in un grave stato di sofferenza. Sarebbero necessari investimenti da parte degli Enti locali, e sarebbe auspicabile una inversione di tendenza di questo andamento. 
Sui risparmi siamo tutti d’accordo. Sono indispensabili. 
Ma senza penalizzare ulteriormente i nostri giovani, che hanno e avranno ben altri e gravosi problemi sulle spalle.
di Roberto Mastrangelo

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