mercoledì 26 settembre 2012

Sanità, Attolini minimizza i problemi e scarica le colpe sugli altri

A ben sentire il discorso del senatore alla sanità della Regione Puglia, sembra che nella nostra Regione la sanità sia un fiore all’occhiello, senza problemi e ricca di eccellenze e risorse. 
Sarebbero strabici ed ottusi tutti quelli che, invece, pongono domande ed interrogativi sulle criticità di un sistema che, invece e nella realtà dei fatti, se non è ancora al collasso, lo sfiora. 
I responsabili? Sarebbero, nella sostanza, i tagli del Governo e l’eredità che Vendola ha trovato. In perfetto italian-style. 
Invece è stata una difesa a tutto campo quella che assessore Ettore Attolini ha affidato al suo intervento di replica, a conclusione del dibattito sviluppatosi sulla sanità. 
Respinte tutte le accuse, a partire dai casi di presunta malasanità denunciati dall’opposizione, sino ai tempi delle liste di attesa. Ha snocciolato cifre e dati, ma ha anche espresso considerazioni, a partire dalla “straordinaria capacità di tenuta del sistema sanitario pugliese” e come termine di paragone ha citato la reattività del 118 regionale nella situazione di emergenza venutasi a creare a seguito dell’incidente ferroviario avvenuto sulla tratta Bari-Lecce. 
L’assessore Attolini ha calato il suo giudizio in un contesto generale avversato da criticità: il confronto non sempre facile con il governo nazionale e la “difficile eredità raccolta due legislature fa dal governo regionale”. 
A tal proposito ha elencato le criticità con le quali si è dovuto misurare: scarsa capacità di innovazione, obsolescenza infrastrutturale, limitatezza del parco delle grandi macchine sanitarie, carenza strategica nella presa in carico dei pazienti, frammentazione dei percorsi di cura. 
Due gli elementi di positività sottolineati in tale ambito, (ha però avocato alla Puglia il merido di aver anticipato i temi posti successivamente della riforma Balduzzi): + 61% delle Tac e + 50% delle Risonanze magnetiche registrato negli ultimi sette anni. 
“Nonostante carenze e limiti ascrivibili al passato – ha detto Attolini – ci sono stati grandi investimenti, forte è stato l’impulso dato alla modernizzazione ed alla innovazione tecnologica”. Citati poi i capisaldi della manovra articolata mediante la lotta al precariato e perseguita con i processi di internalizzazione dei servizi e con quello, più complesso, della stabilizzazione dei medici, sulla cui interruzione ha espresso rammarico e preoccupazione. 
Elencando i risultati conseguiti dal governo regionale, Attolini ha poi giudicato privi di fondamento i dati che vorrebbero un aumento della mobilità passiva: “dal 2006 ad oggi – ha sostenuto – è in costante riduzione, così come quella attiva”. Citati gli indicatori di efficienza a dimostrazione della crescita e del miglioramento della efficienza della offerta sanitaria regionale che in “alcuni casi è addirittura superiore ai parametri nazionali di riferimento riscontrati in strutture di eccellenza”, mentre sulle liste di attesa la criticità è stata circoscritta alla sola diagnostica, ma non alle patologie complesse. 
Attolini ha quindi definito faticoso il processo di riordino e di riorganizzazione della rete ospedaliera a seguito della chiusura di ben 22 ospedali e si è detto sicuro di escludere ulteriori riduzioni di posti letto “perché la Puglia è al di sotto della soglia prevista dalla spending review” (3,3 posti letto per ogni 1000 abitante). 
In conclusione Attolini ha rivolto un appello alla politica, una sorta di avviso a tenere alta la guardia per garantire la continuità della tenuta del sistema sanitario regionale attraverso due azioni: l’incremento delle piante organiche (più medici ed infermieri nelle corsie) e modifica dei criteri di riparto delle risorse finanziarie messe sul piatto dal governo nazionale. 
Entrambe azioni che, in ogni caso, forse il tecnico Attolini avrebbe meglio dovuto dire in sere di Giunta, e non di Consiglio. 
Tra i commenti al discorso dell’Assessore registriamo quello del vice coordinatore e consigliere regionale di Futuro e Libertà Puglia, Giammarco Surico, componente della Commissione Sanità della Regione Puglia. 
“Nessuna risposta ai nostri interrogativi che a questo punto si fanno sempre più inquietanti e la grave constatazione che le logiche della campagna elettorale ormai in atto prevalgono sugli interessi della comunità: questo è il deprimente bilancio di una seduta monotematica che doveva essere dedicata ad un tema sensibile come quello della sanità per dare una svolta all’inefficace e deleteria azione politico-amministrativa del governo regionale, ma che si è risolta in un nulla assoluto. 
Restano sul tappeto tutti i gravissimi problemi che attanagliano un sistema sempre più allo sbando. La declamazione da parte dell’assessore Attolini di un Eden della sanità pugliese si scontrerà con la dura realtà e sarà il giudizio di cittadini ed operatori – a cominciare dai medici ex stabilizzati – a sommergere di vergogna il cartello propagandistico del centrosinistra e le piroette di un assessore tecnico che solo qualche giorno fa aveva ammesso candidamente la situazione di emergenza e l’incongruenza dell’attività delle Asl, a partire dai debiti verso i fornitori che si aggirano intorno ai due milioni di euro. 
Non ci sembra proprio che i fatti, anche di cronaca, accaduti in queste ultime settimane, ci raccontino solo di un sistema da migliorare. Tutt’altro. Ci evidenziano un sistema allo stremo. 
Non si capisce poi perché a Bari non andrebbe bene il tavolo d’emergenza, mentre a Roma si invoca l’impegno bipartisan e il bene collettivo. Ci sembra più uno specchietto per le allodole dietro cui nascondere inadempienze e incapacità, che un serio, credibile tentativo di trovare una soluzione al problema del blocco del turn over”. 
Dal PdL, invece, arrivano le critiche di Lucio Tarquinio. “Non si può esprimere alcuna soddisfazione per l’andamento e gli esiti del dibattito di ieri in Consiglio Regionale sullo stato della Sanità pugliese. 
Invece di dare doverose risposte sulle gravissime vicende che hanno costellato l’estate a conferma dello stato comatoso in cui versa il nostro Servizio Sanitario regionale, l’assessore Attolini si è dapprima prodotto, in una relazione sui massimi sistemi, in una sostanziale auto-declaratoria di totale impotenza, che di per sé dovrebbe delegittimare il ruolo di un Assessore “tecnico” la cui unica ragion d’essere dovrebbe essere la capacità di risolvere i problemi, per poi, nelle replica, trasfigurarsi in politico per scaricare sull’immancabile passato, risalente ormai per di più a quasi otto anni fa, le responsabilità dei disastri propri e dei propri danti causa”. 
“Lo stato rovinoso in cui versa la Sanità pugliese non ammette più sconti di pena. Tanto più se accolti con sprezzante quanto del tutto spropositata supponenza da chi invece la pena la meriterebbe tutta e senza più attenuanti. Quella di ieri in Consiglio è stata un’occasione persa. Forse anche per le opposizioni.”
di Roberto Mastrangelo

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