venerdì 13 luglio 2012

Il ritorno di Silvio, come volevasi dimostrare.


Come volevasi dimostrare. Silvio Berlusconi è tornato in sella al Pdl. Sarà ancora lui il candidato premier. Per la sesta volta consecutiva. Un record, con sulle spalle quasi ottant'anni suonati. Sono belli e serviti tutti coloro che avevano creduto alla favola del rinnovamento. Angelino, le primarie, tutte balle del più formidabile  illusionista del teatrino della politica. Solo un intemerato, scontato, incorreggibile bugiardo.
Alla sua uscita di scena noi non ci abbiamo mai creduto. Il profilo psicologico del Cavaliere,  ma da un pezzo ritengo che ne occorra anche  uno psichiatrico, non lo prevede. Lui si ritiente il primus, insostituibile, invincibile, eterno. Un messia destinato a passare alla storia. La sua mission non ê trasmissibile. Muore con lui. Il passaggio del testimone, l'uscita di scena, le dimissioni, l'abbandono, la pensione non appartengono al suo vocabolario. Lui è sempre in pista, a Mediaset, al Milan, al Pdl. Le sue barzellette su Dio, il sarcofago refrigerato sottoterra, la previsione di campare sino a 120 anni col suo sodale Don Verzè, giá passato a miglior vita, sono solo i sintomi di una malattia evidente.

Vedremo ora cosa faranno tutti quegli amici nel Pdl, e sono tantissimi e di alto livello e qualità, che in quest'anno scarso di segreteria Alfano avevano veramente creduto a un rinnovamento del Pdl. In privato avevano già archiviato la pratica Berlusconi. Ora dovranno ricredersi e fare i conti col leader di sempre. Il solo, vero ed unico padrone del Pdl, o come caspita si chiamerà il nuovo partito del Cavaliere.

Berlusconi é già all'opera. Approfitterà dell'estate per mettere a fuoco la sua macchina da guerra. Senza trascurare alcun particolare. Commissionerà alla fedele Alessandra Ghisleri sondaggi a catena, anche quotidiani, se necessario. Monitorerà costantemente gli umori degli elettori, le reazioni a qualche sua stravagante esternazione, che a volte sembrano avventate, ma non lo sono, e naturalmente anche gli effetti e il gradimento dei provvedimenti del Governo.
A ottobre, quando probabilmente la crisi economica e occupazionale sarà forse anche più grave, scenderà in campo. Intestandosi la protesta, cavalcando la demagogia, blandendo i sentimenti  più bassi degli elettori. Riuscirà a capovolgere le previsioni e vincere le elezioni? Non lo credo nella maniera più assoluta. L'era di Berlusconi è tramontata. Morta, finita per sempre. Nessun miracolo potrà resuscitarla. Gli italiani gli hanno creduto più volte, lo hanno conosciuto, soppesato e, purtroppo, hanno anche toccato con mano gli effetti nefasti delle sue balle e del suo fallimento. Restano i fedelissimi, lo zoccolo duro del berlusconismo più retrivo, alcuni altri, delusi o arrabbiati, che riuscirà a sottrarre all'astensionismo, ma, pur sempre,  solo una minoranza. Qualunque sia le legge elettorale con la quale andremo a votare.
Berlusconi l'ha messo in conto. Ed ha il suo piano B. Se perde le elezioni, vorrá con lui solo un manipolo di fedelissimi. Scelti da lui, personalmente e senza intermediari.  Per tutti,  una lotteria, dentro o fuori e senza un giudice d'appello. Berlusconi torna re e padrone assoluto del suo partito e questo è ciò che preoccupa maggiormente i colonnelli, i feudatari,  i quadri dirigenti e tutti i parlamentari del Pdl. Questa è anche la ragione per la quale Berlusconi, alla fine, non acconsentirà a modificare nemmeno parzialmente la legge elettorale. Anche se perde, a lui va bene solo il porcellum, perchè è l'unico sistema che  gli garantisce di scegliersi  i deputati che vuole.  Minetti, piuttosto che Larussa. Dopo le elezioni, al Cavaliere resterá, comunque, la doppia opzione, grande coalizione o opposizione. In entrambi i casi potrà trattare e difendere i suoi personali interessi, avendo solo uomini fedeli ai suoi ordini. Il guaio è che questa sua nuova discesa in campo, dettata esclusivamente dalla necessità di tutelare solo i suoi affati privati, nuocerà parecchio al Paese. Non solo per il clima avvelenato, che genererà, ma per i riflessi in campo internazinale e finanziario. Con Berlusconi in campo, il futuro dell'Italia dopo Monti apparirà più incerto. A risentirne sarà la credibilità e la stabilità del Paese, che stiamo faticosamente tentando di recuperare. Le conseguenze sui mercati finanziari saranno ancora piû pesanti e a pagare il conto saranno sempre e soltanto gli italiani. Proprio quelli, ai quali un Cavaliere farà appello.
Se questo è lo scenario futuro, che faranno gli altri, i frondisti più o meno noti? Usciranno allo scoperto? Staccheranno la spina? Abbandoneranno il Cavaliere. Non lo credo. Non hanno avuto palle ieri, non avranno coraggio domani. Di quelli che hanno dissentito solo in privato,  molti resteranno a terra, essendo gli spazi utili in lista destinati solo ai fedelissimi. Allora, forse, anche loro si renderanno conto che la loro attesa è stata un gravissimo, fatale errore. Lo stesso che avrebbe commesso Gianfranco Fini, se avesse dato ascolto ai tanti che gli consigliavano prudenza e pazienza, "tanto il Cavaliere gli avrebbe lasciato spazio".

S.T.

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