martedì 26 giugno 2012

Bilancio approvato: opposizione soporifera, resta la gabella sulla salute.


È stato approvato a maggioranza (con voto contrario del Pdl e l’Udc) il rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2011 della Regione Puglia. 56 i presenti, 36 i voti garantiti dalla maggioranza per l’approvazione del disegno di legge.
I lavori del Consiglio regionale proseguono con l’esame del DDL sull’assestamento e di prima variazione al quale sono stati presentati una sessantina di emendamenti.
“Altro che Consiglio regionale di 50 0 60 consiglieri, ormai quello della Regione Puglia potrebbe essere composto anche da solo dieci, in quanto non conta più nulla, e anche quando tenta di dare qualche timido segno di esistenza in vita è solo per perpetuare un rito stanco e, soprattutto, privo di qualsiasi capacità d’incidere sulle scelte dell’esecutivo”. Duro il commento dell’ex senatore Uccio Curto, attualmente consigliere regionale di Futuro e Libertà, al termine della discussione generale sul rendiconto e sull’assestamento di bilancio 2011, unico punto all’ordine del giorno del consiglio regionale convocato per oggi.
“Molti banchi vuoti nelle fila della maggioranza, idem in quelli del governo regionale, con un Vendola presente solo a tratti, e con l’assessore Pelillo chiamato ad un compito improbo: dare agli aridi numeri un minimo di lettura politica. Detto con molta franchezza – ha dichiarato Curto – l’immagine offerta oggi è quella di una Regione Puglia in disarmo sotto molti aspetti, ma soprattutto in termini politici”.
“Eppure – ha proseguito l’esponente politico finiano – molti potevano essere gli argomenti capaci di nobilitare il dibattito : dai dati ( negativi ) sulla occupazione in Puglia emersi dal rapporto di Bankitalia, ai correttivi in tema di lavoro suggeriti dal’onorevole Ichino, illustre giuslavorista, utili a rendere   più appetibili gli investimenti in Puglia; dallo snellimento burocratico necessario a rendere più attrattivo un territorio (quello pugliese) ammalato di procedure elefantiache, al tema dell’abnorme   mole di contenzioso generato da bandi di gara molto spesso oscuramente equivoci”.
“Ma – ha concluso Curto – qui risiede la più grande contraddizione: una Puglia guidata da un Vendola che prima ancora di essere amministratore è un politico, non riesce a fare politica. Il dubbio che gran parte della opposizione sia stata, per propria colpa, anestetizzata è molto, molto forte”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Giammarco Surico, di Fli, che rincara la dose dopo che un emendamento di Fli è stato respinto in aula.
"La gabella sulla salute dei pugliesi resta. I cittadini ringrazino ancora una volta il governo regionale e l'intera maggioranza che lo sostiene. Il centrosinistra ha respinto, infatti, l'emendamento presentato da Fli per abolire l'odiosa tassa di un euro a ricetta, che invece ha riscontrato il voto favorevole e compatto di tutto il centrodestra.
Dunque, se ancora non fosse chiaro, adesso non ci sono scuse e veli: la maggioranza non sta dalla parte dei cittadini, ai quali continua a non dare risposte né sul fronte del diritto alla cura e alla prevenzione, tantomeno su quello dell'alleggerimento del carico fiscale.
Poteva essere l'occasione per iniziare un nuovo virtuoso percorso a favore dei più deboli. Ma blindandosi la maggioranza ha avvalorato la tesi, da noi più volte esposta nei giorni scorsi, che nelle pieghe di questo bilancio, nonostante gli sbandierati tagli alla spesa e risparmi, c'è più di una cosa che non quadra.
Cittadini traditi, insomma, e conti pieni di ombre.
La verità è che la maggioranza deve mantenere il moccolo ad un bilancio che si tiene in piedi solo sui sacrifici dei pugliesi e non può privarsi neanche di quei 45 mln di euro di pura ingiustizia e vessazione sociale".
Questo, infine, un breve sunto del dibattito in Aula sul bilancio.

Leonardo Di Gioia (Pdl) 
"Una tecnica contabile ineccepibile, una buona base sulla quale avviare una discussione sui meccanismi. Vanno però segnalate alcune scelte di governo non condivisibili e che dovrebbero essere oggetto di attenzione. Pochi esempi: spese legali in eccesso, spreco insostenibile per consulenze, manifestazioni e convegni, assunzioni fuori controllo in alcune delle Agenzie regionali, e tanto altro. Su questi temi andrebbe puntato l’obiettivo.
Francesco Damone (Ppdt) 
Parlare come sempre in un’aula distratta, con la totale assenza del governo a partire dal presidente Vendola, è un esercizio che non mi appassiona più. In questa Regione manca l’interlocutore e quindi rimane inascoltato qualunque grido di dolore provenga dai cittadini. Ma la mia maggiore preoccupazione è da una parte quella di una spesa fuori controllo, dall’altra dalla assoluta mancanza di un sistema sanitario in grado di servire adeguatamente l’utenza.

Saverio Congedo (Pdl) 
Ineccepibile lavoro di chiarezza sui conti, dal punto di vista dei documenti contabili. Non si può non osservare che l’87% del bilancio è assorbito dalla sanità che come tutti sappiamo è la nota dolente di questa Regione. Bisognerebbe fare uno sforzo maggiore nell’impostare le politiche fiscali dirette ad alleviare le sofferenze dei pugliesi, che in questo grave momento di crisi soffrono pesantemente. In Puglia c’è una pressione fiscale devastante, inoltre siamo la Regione con le tariffe più alte dell’acqua. Purtroppo emerge un dato, però: le ambizioni di Vendola temo che influenzino non poco l’efficacia dell’azione politica del governo.

Maurizio Friolo (Pdl)
Il bilancio tecnicamente non fa una piega. Ma il bilancio non può essere un arido conto ragionieristico, deve avere un’anima. Dobbiamo capire per esempio se i soldi spesi siano stati investiti per il benessere dei pugliesi e se i cittadini siano soddisfatti. Serve un po’ di cuore. Avreste potuto ridurre le tasse, era stato annunciato, ma non è stato fatto per tecnicismi esasperati. La nostra regione vive un periodo di grande dramma: disoccupati, aziende in crisi, famiglie sulla soglia della povertà, ragazzi costretti ad allontanarsi dalla proprio famiglia alla ricerca di lavoro. Tutto questo ed altro sta facendo perdere la speranza ai pugliesi. Per non parlare della sanità. Non ci siamo accorti dei miglioramenti promessi durante la campagna elettorale del 2005

Giannicola De Leonardis (Udc)
Ottimo lavoro degli uffici nel realizzare un conto economico di livello. La Regione in modo virtuoso ha raggiunto un risanamento encomiabile. Ma la mia preoccupazione è che il virtuosismo sia solo interno e che sia, invece, assolutamente fuori controllo la spesa all’esterno, perché stiamo procedendo ad esternalizzare troppo. Abbiamo certezza sui residui, ma non abbiamo certezza su come questi residui possano essere utilizzati. Potrebbero essere impiegati per esempio, per aiutare i lavoratori in difficoltà attivando cassintegrazione e altri ammortizzatori sociali.

Eupreprio Curto (Fli)
Avremmo potuto fare meglio. Soprattutto avremmo dovuto far intendere alla gente se questa è una Regione vocata allo sviluppo oppure no. E la categoria che contribuisce principalmente allo sviluppo  è il lavoro. Se c’è il lavoro si cresce. Su questo tema Vendola qualche risposta ha il dovere di darla, anche perché governa da sette anni con una opposizione anestetizzata. Il presidente ha il dovere di assumersi le sue responsabilità nei confronti dei pugliesi che sono quelli destinati a pagare lo scotto delle sue scelte. 

Salvatore Negro (Udc)
Non mancano spunti di riflessione. La prima cosa che salta agli occhi è la disattenzione alle tensioni sociali e al malessere che inonda le famiglie pugliesi in questo momento. Servono azioni concrete per allentare gli effetti di questa crisi a tenaglia. Sul fronte della sanità, poi mi sento di denunciare l’assoluta assenza di ascolto da parte del governo alle istanze dei comuni. Si sta procedendo a tagliare e chiudere ospedali senza avere un momento di confronto. Un Consiglio regionale sempre più spogliato delle proprie funzioni e una Giunta, invece dal potere assoluto. La Puglia è al top negativo per quello che riguarda il lavoro, l’occupazione. Adesso serve speranza. Servono risposte alle domande della gente in tempi concreti.


Patrizio Mazza (Idv)
Un bilancio non è solo un fatto contabile, dato che deve presentare anche prospettive sul piano sociale, delle aspettative di lavoro, dei giovani. La situazione congiunturale impone la necessità di fare i conti con situazioni di spesa restrittive e, quindi, con pochi margini. S’impone, quindi, la necessità di individuare più che mai le fasce di spreco. Un sforzo che può essere fatto anche in Consiglio regionale in un clima pacato che consenta di spalmare le economie che si potranno realizzare a beneficio di tutte le situazioni di necessità.
di Annalisa Tatarella

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