giovedì 8 novembre 2012

Aqp: squadra che vince... si cambia. O c'è dell'altro?

Il Palazzo dell'Aqp a Bari
Irregolarità di un atto o c’è dell’altro? Intanto registriamo il repentino e brusco passo indietro di Nichi Vendola sull’Aqp, a pochi giorni dall’elogio per i risultati di bilancio raggiunti è stata, infatti, avviata la procedura per la revoca dell’incarico di manager dell’Aquedotto Pugliese ad Ivo Monteforte. 
Le motivazioni sono da ricercarsi nei rilievi che la Corte dei Conti ha fatto a Monteforte, avendo contestato la regolarità dell’assunzione del direttore generale Massimiliano Bianco. 
“La ragione di tale decisione - ha spiegato in una nota Vendola - attiene all'obbligo di osservanza ai rilievi di legittimità formulati dalla Corte dei conti e dal collegio dei sindaci, sulla trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato del contratto dirigenziale di lavoro del direttore generale”. 
“Non potremmo fare altrimenti – ha dichiarato di rimando l’assessore alle Opere Pubbliche della Regione Puglia Fabiano Amati - la Regione, se resta inerte, potrebbe anche essere accusata di danno di responsabilità erariale”. 
Una azienda, ma sono in molti a vederlo come un vero e proprio “carrozzone” che negli ultimi anni ha vissuto una serie di avvicendamenti ai vertici (prima la nomina di Petrella, dopo due anni l’arrivo di Monteforte, ora il nuovo atto di revoca), e che sta lentamente cercando di recuperare un pesante passivo. 
Ad apprezzare l’atto di revoca di Vendola, compatto, il centrosinistra alla Regione Puglia, con l’appoggio anche del sindaco di Bari Michele Emiliano. 
Chi invece sta facendo sentire la propria voce è l’opposizione. 
A parlare per primo è Rocco Palese, capogruppo Pdl in Consiglio Regionale. 
“Purtroppo non c’è due senza tre, quindi temiamo che anche il terzo manager dell’Acquedotto Pugliese negli otto anni di Governo Vendola, sarà presentato come luminare e massimo esperto mondiale di acqua per poi fare la fine dei suoi predecessori: essere mandato via per conclamati fallimenti e/o presunte irregolarità commesse”. 
“L’Acquedotto pugliese, la più grande azienda della Puglia e il più grande Acquedotto d’Europa, è l’emblema del fallimento di otto anni di governo della sinistra in Puglia. Oggi il Presidente Vendola manda via Monteforte come a dicembre 2006 mandò via Petrella (peraltro pure dimissionario), adducendo motivazioni, presunte censure della Corte dei Conti e presunte irregolarità commesse da Monteforte nella trasformazione a tempo indeterminato del contratto del Direttore Generale di AQP. E’ indispensabile che la prossima seduta del Consiglio regionale, quindi ben prima della nomina del nuovo Amministratore Unico di AQP, si apra con una informativa urgente del Presidente Vendola al Consiglio regionale e con la distribuzione a tutti i consiglieri della documentazione che ha indotto il Presidente ad assumere ieri la decisione di licenziare Monteforte”. 
Sulla stessa linea Massimo Cassano (vicecapogruppo Pdl). 
“Pochi giorni fa l'esaltazione dei traguardi e dei successi raggiunti dalla gestione dell'Acquedotto pugliese, ieri la ‘rimozione forzata’ di Ivo Monteforte, terzo manager della gestione Vendola ad essere praticamente licenziato in tronco, dopo essere stato presentato come uno dei massimi esperti in materia. Perché ormai di certo c'è solo l'interesse morboso della politica regionale nei confronti“. 
Ancora più esplicito e pesante è D’Ambrosio Lettieri (coordinatore Pdl di Bari). 
“E’ la seconda volta in pochi anni che il presidente Vendola mette alla porta i vertici dell’Acquedotto Pugliese, oltretutto nominati da lui: qui c’è qualcosa che non quadra. L’impressione è che la censura della Corte di Conti su presunte irregolarità nel contratto di lavoro del direttore generale sia la classica foglia di fico dietro cui nascondere ben altre verità. 
A giudicare dalle notizie di stampa, si profilerebbe un futuro prossimo da basso impero per la gestione di Aqp, tra nomina di un consiglio di amministrazione al posto di un amministratore unico e voce in capitolo alla politica anche per la nomina del direttore generale. 
Siccome la sinistra ci ha abituato alle scorribande elettorali di questi anni a danno della cosa pubblica e a vantaggio delle personalissime Fabbriche, l’auspicio è che si tratti solo di fantasiose indiscrezioni”. 
Questo invece il commento di Giammarco Surico (Consigliere regionale Fli). 
“La vicenda del licenziamento su due piedi dell’amministratore unico di Aqp, Monteforte ha del paradossale. Ma ancora più paradossale è la motivazione di tale licenziamento che coinvolge oltretutto un dirigente come Massimiliano Bianco, direttore generale, che sino ad oggi, fino a prova contraria, ha dimostrato sul campo la sua valenza con una gestione specchiata, all’insegna della trasparenza e dell’efficienza. Insomma, in Puglia, squadra che vice…si toglie di mezzo. 
Al di là della censura pure importante della Corte dei Conti, ma che va inquadrata nel giusto contesto, la repentina presa di posizione del presidente della giunta regionale assomiglia più ad un pretesto colto al volo per togliere di mezzo persone non funzionali al sistema clientelare della galassia vendoliana che ad una reale necessità di pulizia. 
A meno che Vendola sino ad oggi ci abbia taciuto la verità sulla gestione dell’Aqp, sui risultati raggiunti in termini di risanamento e di rilancio e sui rapporti intercorsi con il primo amministratore unico, Petrella - anche lui liquidato seppure più elegantemente - e il secondo - appunto Monteforte, defenestrato senza colpo ferire – ci spieghi perché la Puglia dovrebbe rinunciare al criterio della meritocrazia, visti i risultati positivi raggiunti dal tandem Monteforte-Bianco, per adeguarsi a quello dell’appartenenza elettorale e ideologica”. 
Ecco, infine, il commento di Salvatore Tatarella, europarlamentare Fli, in un post su Facebook. “Vendola licenzia l'amministratore di Ap. motivo apparente il contratto del direttore generale. O c'ê dell'altro e Vendola, come al solito, prende le distanze?”

Nessun commento:

Posta un commento