martedì 9 ottobre 2012

Cassa integrazione, in Puglia è boom, +25%

Continua senza soste, in Italia e in Puglia, la corsa della cassa integrazione. Al rialzo, naturalmente.
Abbiamo sentito nel merito il commento di Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, che invita le istituzioni “ad attivare misure concrete per venir fuori dal terribile scenario che stiamo vivendo”. 
In Italia, secondo i dati relativi allo scorso mese di settembre, è cresciuta ancora la richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende nazionali. Infatti, nell’ultimo settembre, l’Inps ha autorizzato 86,4 milioni di ore di cassa integrazione totale, segnando un aumento del 28,8% su agosto scorso e del 3,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 
Quindi, nei primi 9 mesi, sono state autorizzate dall’Inps 792,9 milioni di ore, registrando un incremento del 9% in termini tendenziali. Con questo tiraggio verrebbe sforato il tetto d’allarme del miliardo di ore eguagliando il triste precedente del 2010.
Inquietanti anche i dati della Puglia. Il numero di ore complessive di cassa integrazione autorizzate dall’Inps è di 50,9 milioni (settembre 2012), a fronte dei 40,5 milioni dello scorso anno: l’aumento tendenziale delle ore totali è di 25,4 punti percentuali. Incrementi del 17,8% si registrano anche rispetto al precedente dato di agosto scorso. 
Più dettagliatamente è cresciuta a dismisura la cassa ordinaria: si è passati da 1.154 ore di agosto scorso agli oltre 1,8 milioni di settembre. Ma a preoccupare non sono soltanto le aziende della Puglia che si trovano in una situazione di difficoltà temporanea (cassa ordinaria) ma anche quelle che vivono la realtà di estremo disagio della cassa straordinaria (Cigs) perché autorizzata nell’ipotesi di ristrutturazione aziendale. 
A settembre 2012, la Cigs è cresciuta del 112,1% rispetto al precedente dato di agosto. 
Ne deriva che sempre più imprenditori stanno cessando l’attività produttiva. Unica nota apparentemente positiva è il decremento del 48,9% della cassa in deroga (Cigd) su agosto scorso, ma il dato non deve fuorviare in quanto molte aziende hanno terminato la cassa in deroga tanto da ricorrere alla mobilità, segnale di cessazione dell’attività produttiva e del conseguente licenziamento dei lavoratori
.“In questo senso, purtroppo, va letta la riduzione della cassa in deroga”. E’ l’opinione di Aldo Pugliese, che conclude: “Occorrono misure tangibili, percorribili attraverso politiche di crescita per il Paese. Bisogna smettere di illudere i lavoratori e cittadini, già fin troppo penalizzati dalla politica del rigore. Sono piuttosto auspicabili misure concrete. Emblematica, in tal senso, sarebbe la riduzione delle esose tasse sul costo del lavoro, una maggiore flessibilità del sistema creditizio in favore di quelle imprese che riprenderebbero così la marcia produttiva, nonché il pieno e corretto utilizzo dei Fondi comunitari. Su questo viatico gli imprenditori avrebbero più ossigeno e l’economia in generale ne beneficerebbe”.
di Eliona Cela

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