venerdì 28 settembre 2012

Sanità, inaugurata la nuova Casa del parto al "Di Venere" di Bari-Carbonara


il professor Filippo Boscia, direttore del reparto
Per una volta parliamo di sanità non additando la Regione, o la Asl di turno per mancanze, ritardi, malaffari e problemi strutturali, ma indicando un buon esempio di riorganizzazione di un reparto, quello di ostetricia e ginecologia dell’ospedale “Di Venere” di Carbonara-Bari, che si è posto come obiettivo quello di ritornare a numeri più naturali possibili, abbassando le percentuali di ricorso al taglio cesario come soluzione chirurgica a tutti i problemi di una gravidanza, e restituendo il momento della nascita come una vera e propria accoglienza di una nuova vita.
E’ stato inaugurato, infatti, nella giornata di giovedì (ma nei fatti è già operativo da alcune settimane) il reparto diretto dal professor Filippo Boscia. Una vera e propria “Casa del parto” con al centro degli obiettivi la promozione della naturalità del parto, al fine di consentire alla donna di vivere questo importantissimo momento come un evento naturale, senza privarla dell’affettuosa vicinanza dei familiari, e possibilmente anche dei figli già nati, insieme al competente ausilio di professionisti sanitari, ostetrici, neonatologi e anestesisti.
Via, dunque, tutte le suppellettili e le attrezzature tipiche di una camera di ospedale, eliminate le inquietanti attrezzature da sala operatoria come le grandi lampade scialitiche, i bracci per i gas medicali, i carrelli sanitari, gli armadi in acciaio o le vetrate ricolme di confezioni farmaceutiche.
Spazio, invece, a letti tondi, spalliere svedesi, palloni, una vasca per il parto in acqua, poltrone larghe e comode, sedie da parto, sgabelli, liane, armadi eleganti con attrezzatura all’avanguardia completamente a scomparsa, con possibilità anche di musica e di colori che possano soddisfare i gusti della donna.
Soprattutto è stato scelto di cambiare l’organizzazione globale del parto: le sale travaglio e le sale parto sono state trasformate in sale travaglio-parto (ce ne sono ben 7 a disposizione delle gestanti), ambienti in grado di ospitare ogni fase dell’evento, dando la possibilità di poter essere assistite anche dai familiari.
Una delle nuove sale travaglio-parto
 Anche l’atto vero e proprio del parto viene concettualmente ribaltato. Le donne potranno scegliere liberamente la propria giusta posizione di travglio: sedute, distese, accovacciate, in ginocchio, aiutata da attrezzi non convenzionali, per favorire una posizione ergonomica e funzionale, naturalmente sempre con l’ausilio di operatrici professionali e preparate.
Una vera e propria rivoluzione per un centro importante di uno dei due poli dell’Hub sanitaria barese, con il compito di investire per risparmiare. E’ notorio, infatti, che fin troppo spesso negli ultimi anni si sceglie di ricorrere al taglio cesario, una vera e propria operazione chirurgica (con tutte le problematiche ed i costi annessi), anche in assenza di vere e proprie patologie o fattori di rischio per la gestante o il nascituro.
La vasca per il parto in acqua, una liana e una spalliera
Tricotomia, clistere, posizione distesa, induzione del parto… ormai sono fin troppo spesso pratiche standard irrigidite in routine sanitaria che spesso non trovano un fondamento razionale, e che hanno comportato un capovolgimento dei ruoli, mettendo in secondo piano la donna ed il bambino, oscurate dal “lavoro” dei medici e del personale sanitario incaricato di “far nascere”.
Ci fa piacere aver trovato un ambiente sano, nuovo, ordinato, ben arredato, soprattutto sicuro e dotato di tutti i mezzi sanitari necessari, anche per le emergenze e per gli imprevisti, con una sala operatoria adeguatamente attrezzata, all’interno di un progetto che vede, finalmente, al centro delle preoccupazioni l’utente (in questo caso la partoriente) e non la struttura stessa.
Certo, i problemi non sono stati azzerati. La cronica carenza di personale ci sono e ci saranno ancora per un po’. Lo stesso assessore regionale alla Sanità Attolini, intervenuto all’inaugurazione, ha sconsolatamente sottolineato come “da tre anni non si possono fare bandi per i motivi che tutti quanti ben conosciamo”.
Questa inversione di tendenza, però, ci sembra esemplare.
Con la speranza che si inizi a parlare di sanità non in termini di tagli e di chiusure, ma anche in termini di servizi, di qualità, di distretto e di rete.
I pugliesi devono capire che non è avendo l’ospedale sotto casa che si risolvono i propri problemi, se poi in quell’ospedale non si hanno i mezzi minimi di garanzia. Bisogna essere disposti a fare alcuni chilometri, a spostarsi, per poter avere una migliore assistenza.
Luci e vetrate colorate per ognuna delle sette sale
Così come gli operatori sanitari devono entrare nell’ottica di “rete”, ovvero di poter essere spostati come sede di lavoro, perché al centro del mondo sanitario non ci sono le piccole e personali esigenze, ma le grandi esigenze di fornire a tutti i nostri corregionali, nessuno escluso, una sanità degna di questo nome.
Una chiosa finale.
Uscendo dalla conferenza stampa di presentazione della nuova struttura, abbiamo attraversato il Cup del Di Venere. Ci ha fermato un anziano signore con un respiratore nasale e con l’aria afflitta. Ci ha detto: “giovanò, è mai possibile secondo te che io per pagare un ticket sto da tre ore in coda? Non ce la faccio più. E’ sempre la stessa storia”.
Abbiamo visto soltanto un operatore agli sportelli. Erano le ore 12:10 di un giovedì. Tante persone in attesa del proprio turno e un solo operatore che, povero lui, cercava di sbrigarsi, di rispondere alle domande che gli venivano rivolte, dava indicazioni sulla strada da fare per trovare il tal reparto, e non aveva nemmeno di un respiro.
Condividiamo questa immagine al direttore generale della Asl di Bari ed all’assessore regionale. Anche loro uscendo dal reparto avranno visto una scena molto simile. La qualità e l’eccellenza sanitaria si misurano anche da queste cose, e non solo con i nuovi reparti. Servono entrambe le cose.


il video della conferenza stampa


il servizio realizzato da Antenna Sud

1 commento:

  1. partorirò tra pochi giorni in questa struttura..sono davvero entusiasta di questo nuovo reparto...spero vada tutto bene e spero di affrontare al meglio quello che ricorderò cmq come il giorno piu bello della mia vita..spero anche grazie all aiuto e al sostegno dello staf di questo ospedale.

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