venerdì 9 novembre 2012

L'Aqp, i tira e molla politici, le primarie e gli smarcamenti. Oppure Vendola.

La sede Aqp di Bari
Che la censura della Corte dei Conti fosse soltanto il pretesto per togliere di mezzo il manager dell'Aqp Ivo Monteforte sono in molti a sospettarlo.
A dar fuoco alle polveri è anche lo stesso interessato, che rilasciando dichiarazioni alla stampa pugliese nei giorni scorsi ha alimentato queste ipotesi che in molti hanno "bollato" come dietrologistiche.
"La Regione era a conoscenza, fin dal novembre 2010, degli atti da me compiuti, corretti e pienamente legittimi".
"Sento il dovere - riferisce Monteforte in una nota stampa - di chiarire la correttezza dei comportamenti e la piena legittimità delle mie decisioni. Una esigenza che nasce dalla necessità di difendere la mia storia umana e professionale ispirata ai valori di correttezza, onestà, intransigenza, dedizione al lavoro e spirito di servizio, nell’esclusivo interesse pubblico. Non vi è stato un solo momento in questa intensa, per certi versi esaltante, esperienza in Puglia che non sia stato ispirato a questi principi".
Il problema che ha portato Monteforte ad essere "cassato" dalla Corte dei Conti è legato alla trasformazione del contratto a tempo determinato del direttore generale Massimiliano Bianco, in contratto a tempo indeterminato. "L’azionista Regione aveva avuto piena contezza, nel corso dell’assemblea del 3 novembre 2010, ed aveva dichiarato di voler mantenere fermo tale contratto".
Per cui che non ci fosse stato un bando per ricoprire quel ruolo a tempo indeterminato in Via Capruzzi lo sapevano dal due anni esatti.
Nichi Vendola
Ora, dopo una procedura che è stata attivata da qualche mese (dalla scorsa primavera), è arrivata la censura della Corte dei Conti, ma soprattutto è arrivata l'entrata a gamba tesa di Nichi Vendola, che martedì scorso ha chiesto la testa di Monteforte.
Dopo di allora da Vendola nessun commento diretto sulla vicenda. A parlare è stato soprattutto l'Assessore Fabiano Amati, che ha difeso la posizione del Governatore e legittimato la sua richiesta di dimissioni.
"La Regione - ha detto Amati - ignorava che quel contratto fosse stato stipulato con una procedura giudicata illegittima dalla Corte dei conti. L’azionista, cioè la Regione, non è la Corte dei conti. Ci era stato segnalato un nuovo contratto e ci siamo limitati a prenderne atto".
Che ci sia bisogno di portare urgentemente la questione in Aula è chiaro un po' a tutti. Soprattutto dall'opposizione si alzano le principali voci.
Salvatore Negro (Udc): “Le dichiarazioni dell’ex manager Aqp, Ivo Monteforte, le modalità, le circostanze ed i tempi del suo licenziamento, lasciano dubbi e ombre sulle quali il presidente Vendola ha il dovere di fare chiarezza in Consiglio regionale. Le dichiarazioni di Monteforte, le modalità, le circostanze ed i tempi del suo licenziamento, lasciano dubbi e ombre sulle quali il presidente Vendola ha il dovere di fare chiarezza in Consiglio regionale”.
Sulla stessa linea Domi Lanzillotta (Pdl): “Le dichiarazioni del defenestrato amministratore unico di AQP, Ivo Monteforte, riportate dalla stampa, gettano ombre sulle reali motivazioni che stanno alla base del suo licenziamento. Per diradare le ombre e far luce su una vicenda che sembra richiamare, nelle modalità, analoghi casi di dimissionamenti-licenziamenti, il Presidente Vendola, farebbe bene, in una pausa dai suoi tanti impegni da leader di Sel, a riferire in Consiglio".
Questo il commento di Andrea Carroppo (PPDT): "La verità è che anche questa è una prova del fallimento del governo-Vendola, illustratosi per una campagna oltranzista sull’ “acqua pubblica” ed oggi, senza avere in alcun modo onorato il mandato referendario pur tanto sollecitato per esempio in materia tariffe, scopre all’ improvviso la gestione privatistica, se non addirittura personalistica, che alla sua ombra si sarebbe perpetrata nel più grande Acquedotto d’Europa. Né è un caso se ci si guarda bene dal relazionare ad un Consiglio Regionale completamente escluso dalle sue problematiche come se queste non riguardassero pesantemente il Popolo di Puglia e non fossero comunque di diretto interesse pubblico".
Nei fatti il Consiglio Regionale tornerà a riunirsi soltanto tra 10 giorni, nell'immediata vigilia delle Primarie del Centrosinistra e l'avvicendamento ai vertici di Aqp ben si intreccia con operazioni pre-elettorali sull'asse Bersani-Vendola.
Intanto appare probabile che Vendola non possa essere in Aula per chiarire la vicenda. Sarà troppo impegnato a raccogliere voti.
Il sospetto è che si sia barattato l'Aqp per qualcosa che con l'acqua pugliese ha poco a che fare. E la scelta dei modi, dei tempi e delle circostanze lascia presagire altre nubi nere sulla vicenda. 
Oppure Vendola, naturalmente. Perchè è nello stesso slogan scelto da Nichi la sua ormai consueta modalità di smarcamento dai problemi. Lui non sa nulla e non c'entra nulla. I cattivi sono sempre gli altri. In Puglia l'abbiamo imparata molto bene la lezione.
di Roberto Mastrangelo

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