Fonti rinnovabili e trivellazioni petrolifere. Il consiglio regionale della puglia, nella sua seduta conclusasi da poco, ha confermato le sue scelte. L’opposizione ha scelto la via dell’astensione, con l’intenzione di sottolineare comunque i punti di criticità di una legge, quella approvata dalla maggioranza, che soprattutto un materia di controlli e di accertamenti avrebbe dovuto, e potuto, essere notevolmente migliorata.
È con l’astensione dell’opposizione infatti, che il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che regola l’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Una astensione non nel merito della scelta ma relativa alla “preoccupazione di una mancanza di regolamentazione più incisiva del settore”.
E la scelta della Puglia risulta ancor più significativa se rapportata all’assenza dello Stato in questo settore. “Non abbiamo ancora un Piano energetico nazionale di riferimento” – ha sottolineato l’assessore Loredana Capone. Quello del governo centrale per l’assessore Capone è un grave carenza che inibisce la presenza di numerosi investitori, che per questa carenza considerano la piazza italiana poco affidabile.
Ma la Puglia invece continua a perseguire l’obiettivo della prima ora: la green economy in una prospettiva di medio e lungo termine in cui si consenta una crescita delle rinnovabili con la contemporanea attenzione alla dinamica dei costi e allo sviluppo di una filiera industriale interna alla Regione.
“Questa legge – ha ribadito l’assessore Capone – propone un quadro normativo chiaro, coerente e utile per ridare certezze e fiducia agli investitori e stimolare una ripresa di una green economy sostenibile, partecipata efficiente ed inclusiva”.
La scelta della Regione Puglia, secondo Michele Losappio (capogruppo Sel) è in contrapposizione a quella del governo Monti che va nella direzione del petrolio e dei rigassificatori: “oggi noi in questo contesto, ribadiamo il nostro no”. Anche il capogruppo del Pdl Rocco Palese conferma l’attenzione alla tutela ambientale e conferma la presenza anche del Pdl alla prossima manifestazione del 6 ottobre a Manfredonia, contro le trivellazioni, ma “avvertiamo però la necessità di tenere alta la guardia per evitare che lo sviluppo delle fonti rinnovabili non diventi un’arma contro il territorio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dell’Udc, Salvatore Negro, che sollecita l’istituzione dell’anagrafe degli impianti un regolamento che disciplini le installazioni di fotovoltaico e pale eoliche.
Per Giovanni Epifani (Pd), quella della Puglia è una scelta di campo: “sfruttiamo al massimo quelle che sono le nostre risorse, sole e vento. No al petrolio, che non è, e non può diventare una nostra ricchezza”. Gli stessi no ribaditi dal capogruppo de la Puglia per Vendola, Angelo Disabato.
Per il capogruppo della Puglia prima di tutto, Francesco Damone è necessaria un particolare attenzione alle strutture burocratiche che devono poi applicare la legge e che “ignorano da mesi una serie di domande presentate da aziende con grandi competenze nel settore”.
Anche il consigliere Patrizio Mazza ha espresso la preoccupazione che “una indiscriminata installazione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici possa diventare un boomerang per il territorio pugliese”.
Il consigliere regionale Euprepio Curto, di Fli, ha così giustificato la sua astensione.
“Ho ritenuto opportuno non partecipare al voto della Proposta di Legge recante Promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, quale sia pur flebile protesta contro un governo regionale e una maggioranza che, dopo aver giudicato importante ed opportuna la Proposta di Legge finalizzata alla istituzione dell’anagrafe storica degli impianti eolici e fotovoltaici, di cui ero primo firmatario, l’ha sostanzialmente demolita aprendo varchi inquietanti all’aggressione dell’economia illegale”.
“Per quanto mi riguarda – prosegue Curto – avrei insistito anche sulla richiesta di numero legale (al di là e al di sopra dell’effettivo conseguimento del risultato) quale segnale politico ad un governo regionale e ad una maggioranza che stanno facendo strame di gran parte della opposizione, anche a causa delle posizioni ondivaghe assunte costantemente da alcune forze politiche”.
“Ma dispiace soprattutto – conclude Curto – per la grande occasione perduta per mettere ordine ad un settore che fino ad ora ha solamente devastato il territorio pugliese senza contribuire, neppure in minima parte al suo rilancio economico ed occupazionale”.
Così, invece, il vicecapogruppo del Pdl Massimo Cassano: “Conferma di una linea politica che mette al primo posto la tutela dell'ambiente e invito alla partecipazione attiva alla manifestazione del 6 ottobre a Manfredonia per ribadire il no di tutta la comunità pugliese alle trivellazioni in Adriatico. È questa la posizione del Pdl pugliese che però esprime anche dubbi, forti dubbi in merito all'approvazione della proposta di legge che vorrebbe regolare l’uso dell’energia da fonti rinnovabili”.
“È vero che l'attenzione alla green economy consente una crescita delle rinnovabili con la contemporanea attenzione alla dinamica dei costi e allo sviluppo di una filiera industriale interna alla regione, ma è altrettanto vero che questo sviluppo in materia energetica richiede, a maggior ragione nel Sud Italia, regole ben precise e controlli altrettanto rigorosi”.
“Altrimenti c'è il pericolo di ottenere un risultato che è esattamente all'opposto di quello prospettato con il rischio, in alcune zone della Puglia è già realtà, di favorire lo sviluppo di nuove armi a danno del territorio stesso e delle sue peculiarità sociali, culturali, economiche. Purtroppo, i segnali non sono dei più incoraggianti: continua a mancare l'anagrafe degli impianti e un regolamento che disciplini la installazione degli stessi, soprattutto con riferimento al fotovoltaico e all'eolico, mentre la burocrazia procede senza quelle precise linee guida che tocca alla politica definire Non è questa la tutela ambientale che vogliamo, seppure ci sia condivisione di intenti in materia, il centrosinistra pugliese ha ancora una volta mostrato un'ambigua incapacità nell'amministrare e tutelare il territorio, salvaguardando al contempo la salute dei cittadini” ha concluso Cassano.
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