mercoledì 5 settembre 2012

Per la Puglia necessario Governo di Salute pubblica. L'appello di Surico


Giammarco Surico
Di fronte al disastro annunciato e, purtroppo, divenuto realtà, non vi possono essere più deroghe: la Puglia ha bisogno urgente di un Governo di Salute pubblica, nel senso più letterale del termine. L’assessore Attolini prenda atto, con onestà intellettuale, che la situazione della sanità pugliese non può più essere gestita in questo modo e ne tiri le adeguate conseguenze.
Non ci sono più scuse. Il cartello <work in progress> esposto dal governo regionale davanti al cantiere sanità aperto ormai da oltre sette anni non è accettabile sotto alcun profilo, tantomeno quello della sicurezza e della salute dei cittadini pugliesi, costretti a fare i conti con una gestione schizofrenica, approssimativa e clientelare. E non bastano le verifiche-farsa propinate sino a questo momento. Occorre un cambiamento sostanziale che da un lato dia alla popolazione la certezza di servizi efficienti e ripristini il diritto sacrosanto a godere dei livelli essenziali di assistenza garantiti dalla Carta costituzionale. Dall’altro restituisca dignità e rispetto al lavoro di tanti operatori della sanità che si dibattono tra difficoltà e condizioni di lavoro intollerabili, mentre restano irrisolte le questioni relative alle piante organiche, agli ex stabilizzati e a vertenze occupazionali aperte anche sul fronte della sanità convenzionata lasciate incancrenire.
È emergenza. Lo dicono i fatti. Il territorio pugliese sta pagando lo smantellamento sistematico di strutture d’eccellenza e di servizi primari, come accade per i Punti di primo intervento di Mola e di tutto il sud barese, per il centro Dialisi di Francavilla Fontana, ma anche per le Cardiologie-UTIC di Monopoli e Putignano la cui chiusura lascia praticamente scoperto tutto il territorio che va da Bari a Brindisi, ma anche tutto il Nord barese, trasferendo il peso, anche delle UTIC senza laboratorio di emodinamica - determinanti per intervenire tempestivamente con una angioplastica primaria salvavita - su quelle del capoluogo. Una decisione assurda che va nella direzione opposta della necessità di organizzare una rete territoriale interospedaliera per l’emergenza coronarica in modo da poter garantire a tutti i cittadini le cure migliori e più efficaci, ovunque risiedano.
Non va meglio sul fronte dell’organizzazione del personale che evidenzia discrasie e contraddizioni deleterie per il buon funzionamento di un ospedale e che vede la soppressione di reparti, di primari e direttori di strutture complesse a fronte di una domanda di salute sempre più stringente e specifica.
Le liste d’attesa s’allungano e c’è chi è costretto a rivolgersi al privato, se può, oppure, come accaduto ad una signora di Manduria, a girare per ben quattro ospedali prima di poter partorire in pace e in sicurezza.
Con la mancata classificazione per funzione degli ospedali e con un piano costruito in base a logiche che francamente non sembrano rispondere al bene collettivo, si è finito per bruciare risorse inutilmente, senza fermare l’emorragia degli sprechi, come dimostra anche la inquietante vicenda della riabilitazione psichiatrica a Bari.
Ciliegina sulla torta: il governo regionale pensa di poter continuare sulla lunghezza d’onda della propaganda, promettendo nuovi ed efficienti ospedali. Peccato che non vi sia la certezza delle risorse finanziarie.
(Consigliere Regionale Fli)

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