Modificabile o non modificabile? Mentre la politica regionale continua ad interrogarsi sul Piano di Riordino voluto dalla Giunta, tra le polemiche e le prese di posizione politica, proseguono i lavori consiliari sull'argomento.
Mentre negli scorsi giorni era ventilata da più parti l'ipotesi di una possibile, ed anche profonda modifica del Piano di Vendola e dell'Assessore Attollini, sembra che le Asl abbiano già dato il via allo stesso, rendendolo di fatto già operativo e quindi non modificabile. Caos che si aggiunge a caos, con tutti i Sindaci che si sono detti contrari al Piano e l'Anci che ha disertato la riunione di oggi per protestare contro i tempi ristretti per la convocazione (da venerdì a martedì).
Direttori generali di aziende sanitarie ed universitarie, presidenti provinciali degli ordini dei medici sono stati gli interlocutori pomeridiani della terza sessione di audizioni calendarizzata dalla Commissione sanità in previsione del parere alla delibera di giunta regionale che ridisegna la mappa dei punti nascita ed avvia la seconda fase del piano di rientro, con l’ulteriore riorganizzazione della rete ospedaliera.
Agli inviti recapitati dalla Commissione, senza alcuna eccezione, hanno risposto tutti i direttori generali, in molti dei casi assistiti anche da direttori amministrativi e sanitari.
Alla commissione sono stati forniti ragguagli in merito allo stato di attuazione dei programmi di razionalizzazione e riorganizzazione che ciascuna ASL ed Azienda universitaria ha concluso o sta attuando attraverso accorpamenti, trasferimenti di reparti, riconversioni in strutture socio-sanitarie dei presidi ospedalieri già dismessi o in procinto di esserlo.
In molti casi sono stati forniti elementi circa la situazione degli organici rideterminati dal licenziamento di medici, personale amministrativo ed infermieristico interessato da procedure di de-stabilizzazione.
“Non abbiamo convocato i direttori generali per saper se abbiano o meno condiviso le scelte operate dall’assessorato alla sanità relativamente alla riorganizzazione della rete regionale dei punti nascita o sulla razionalizzazione della rete ospedaliera pugliese in conseguenza dell’attuazione della “fase 2” del piano di rientro che comporterà il taglio di altre centinaia di posti letto nelle strutture pubbliche e private – ha affermato il presidente della Commissione sanità Dino Marino. – Il compito cui siamo stati chiamati è quello di acquisire il maggior numero di informazioni che ci permetta di fotografare chiaramente ed oggettivamente la situazione in ogni territorio, in modo da poter intervenire con eventuali correttivi nella direzione di una distribuzione quanto più equa possibile di tutti i servizi. Per questo – ha concluso Marino – il nostro lavoro non si esaurisce oggi, ma proseguirà con le altre audizioni già calendarizzate”.
Chi non è stato affatto daccordo su queste audizioni e sulla loro utilità è stato Giammarco Surico, Consigliere regionale di Fli.
“Queste audizioni in Commissione Sanità sono una ignobile farsa, una gigantesca operazione di marketing travestita da concertazione. I manager Asl, come hanno peraltro confermato, hanno già dato piena attuazione alla delibera approvata a giugno dalla giunta regionale per realizzare la seconda fase del piano di rientro.
Non si può, evidentemente, modificare l’immodificabile, aggiungendo caos al caos, incertezza all’incertezza, clientela alla clientela.
Ci auguriamo, ma ci sembra che sia così, a giudicare dalle prime dichiarazioni dei sindaci, che i Comuni interessati a tagli effettuati dalle forbici di un decisore guidato dalla bussola della clientela invece che da quella del reale fabbisogno del sistema sanitario pugliese, non abbiano intenzione di lasciarsi trasformare in allodole attratte da uno specchietto che riflette una realtà falsata da aperture e dialogo assolutamente inutili ai fini di una razionale riorganizzazione ospedaliera sul territorio”.
Sostanzialmente sullo stesso piano anche Massimo Cassano, vicecapogruppo Pdl.
“Per quanto la Commissione sia un luogo istituzionalmente deputato all’ascolto, le audizioni sul Piano di Rientro dovevano essere fatte prima dalla Giunta regionale in fase di redazione del Piano di Rientro, poi dalla Commissione, per apportare eventuali miglioramenti. Le audizioni postume rispetto ad un Piano praticamente blindato e scritto sulla base di scelte discrezionali, con Sindaci che protestano per le chiusure e Direttori Generali che alzano le braccia, sono una presa in giro per i cittadini pugliesi ed una sorta di in utile contentino che il Governo regionale crede di dare a noi Consiglieri”.
“Chi subisce i tagli (Comuni e Province) viene a lamentarsi – dice Cassano - chi deve applicarli (vertici di Asl e Ospedali) alza le braccia; l’assessore cerca di trovare appigli tecnici per scelte che tecniche non sono state; il Presidente della Commissione fa il moderatore e manca il decisore politico, ossia il Presidente Vendola, che mentre in Puglia chiude gli ospedali, nel resto d’Italia va dicendo che un ospedale aperto è meglio di un F35. Manca un progetto, mancano scelte chiare, manca certezza sul futuro degli ospedali pugliesi che, anche laddove restano aperti, avrebbero bisogno di essere completamente ristrutturati, magari con quei fondi di edilizia sanitaria con cui in vece Vendola promette di voler costruire ospedali nuovi chissà tra quanti anni. Queste audizioni servono solo a delineare un quadro drammatico che, purtroppo, conoscevamo già e al quale il Governo Vendola non cerca neanche di porre rimedio”.
“Questa mattina i Presidenti delle conferenze dei Sindaci di Bari, Lecce e Foggia, al di là delle appartenenze politiche, hanno riservato un fiume di critiche al merito e al metodo delle scelte adottate dal Governo regionale per la chiusura di ospedali e punti nascita senza preventiva concertazione con gli stessi Presidenti e con i Comuni che essi rappresentano. Nel pomeriggio, invece, dal Direttore Generale della Asl di Taranto abbiamo avuto le prime inquietanti ‘rivelazioni’ sulla situazione del personale rinveniente dalla Pianta organica”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, che spiega: “Mentre i rappresentanti degli Enti Locali continuano a confermare di non essere stati minimamente coinvolti dal Governo Regionale nella fase di redazione del Piano di Rientro e, quindi, nella fase delle scelte da compiere sui singoli territori e i vertici delle Asl e delle Aziende Ospedaliere hanno elencato le tante criticità che stanno incontrando, il Direttore Generale della Asl di Taranto ci ha illustrato la situazione del personale della sua Asl, così come rinviene dalla Pianta organica. Su un totale di 4.200 dipendenti previsti nel territorio della Asl di Taranto, ce ne sono 621 che, usufruendo dei benefici della Legge 104/92, lavorano meno di 36 ore a settimana; altri 600 per cui le commissioni medico – collegiali hanno stabilito funzioni diverse rispetto a quelle per cui erano stati assunti; 52 in maternità e 12 in distacco sindacale. Ciò significa che nella Asl di Taranto il personale in servizio permanente effettivo e a tempo pieno è solo il 70% di quello previsto in Pianta Organica. Da qui si evince l’utilità della nostra battaglia degli ultimi anni per la veloce approvazione delle Piante organiche di tutte le Asl e le aziende ospedaliere della Puglia, in modo tale da poter avere contezza del numero dei posti da coprire e poter decidere come, quando e dove andare a coprire le carenze. E’ evidente - conclude Palese - che se già in partenza in una Asl il 30% del personale, per svariati motivi, non lavora a tempo pieno, è impossibile poter programmare il lavoro e garantire assistenza ai pazienti, specie nei periodi in cui si aggiunge anche il personale in ferie. Continuiamo quindi a chiedere che tutte le piante organiche siano approvate entro il 5 luglio prossimo, così come prevede la Legge Regionale 11/2012, poiché è fin troppo evidente che le criticità dovute alle carenze di personale, non sono da imputare solo ai vincoli finanziari da rispettare”.
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