La sede del Consiglio Regionale della Puglia |
Purchè si faccia in fretta nell’individuazione della soluzione definitiva ad un problema che, da un lato ha messo in crisi centinaia di famiglie, e dall’altra ha portato, e sta portando tutt’oggi, ad una situazione complessiva della Sanità prossima alla paralisi.
I giudici vanno avanti, e la Regione Puglia va in difficoltà sempre più spesso.
I giudici vanno avanti, e la Regione Puglia va in difficoltà sempre più spesso.
A parlare è il Consigliere Regionale di FLi Giammarco Surico, componente della Commissione Sanità del Consiglio regionale pugliese.
“Altre cinque sentenze del Giudice del Lavoro del Tribunale di Bari che si aggiungono alle altre a favore degli operatori sanitari ex stabilizzati, questa volta appartenenti alla Asl barese. Dovrebbe bastare questo ennesimo atto di giustizia a far suonare il campanello d’allarme nell’azione amministrativa della Regione Puglia che rischia di diventare sempre più strabica rispetto a quella giudiziaria. Uno strabismo che non solo apporterebbe danni economici notevoli alle casse della Regione per via dei risarcimenti che si profilano evidenti e potrebbero ammontare a circa 200 milioni di euro, ma metterebbe anche in ginocchio il sistema sanitario pugliese che già a giugno non sarà più in grado, per assenza di organico adeguato, di garantire i livelli essenziali di assistenza”.
“La politica mostri più coraggio e adegui la propria azione alla strada tracciata dal sistema giudiziario - sostiene Surico - Vendola intervenga a sanare una situazione intollerabile prima che sia troppo tardi e, nel contempo, acceleri al massimo ciò che andava fatto da tempo: una ricognizione generale dei fabbisogni legati ai territori e la definizione delle piante organiche sulla base di una riorganizzazione ospedaliera razionale, ma non punitiva per i cittadini che non possono continuare a pagare un prezzo altissimo e francamente insostenibile, ad una gestione sbagliata nel metodo e nel merito.
Lo diciamo ormai da tempo - conclude Surico - vanno tagliati gli sprechi, non ridotta e depotenziata l’assistenza sanitaria. E gli sprechi si annidano soprattutto nelle pieghe degli acquisti di beni e servizi. Un intervento serio e sostanziale, in questa direzione, sinora è mancato”.
In questi giorni, intanto, il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro è a Roma insieme ad una delegazione composta dai deputati Salvatore Ruggeri e Angelo Cera e dal segretario regionale Angelo Sanza, per sollecitare una soluzione parlamentare definitiva sulla delicata vicenda dei medici de-stabilizzatidella Regione Puglia.
“La Giunta regionale – sottolinea Longo - attui la legge 11 del 2012 che prevede una proroga di sei mesi per i medici de-stabilizzati da una sentenza della Corte Costituzionale. Siamo fortemente preoccupati per le sorti di tale personale e per questo rivolgiamo un appello all’assessore alla salute Attolini affinché intervenga per attuare tale norma, scongiurando così l’interruzione di servizi essenziali che senza l’apporto di questi professionisti sarebbe inevitabile e potrebbe avere ripercussioni gravissime sulla salute dei pazienti”.
“La concessione della proroga in attuazione della legge 11/2012 approvata dal Consiglio regionale non risolverà definitivamente la vicenda– ha evidenziato il capogruppo Udc – ma sicuramente farà tirare un sospiro di sollievo a questi lavoratori che tra l’altro continuano a subire una disparità di trattamento da provincia a provincia.
Continuiamo ad essere convinti che la vicenda dei medici de-stabilizzati potrebbe essere risolta definitivamente ed in maniera abbastanza semplice attraverso l’abrogazione dell’art. 16 comma 8 del D.L.
8/2011 che ha stabilito la sanzione della nullità per tutti i provvedimenti di stabilizzazione derivanti da leggi dichiarate incostituzionali. L’abrogazione di tale articolo da parte del Parlamento risolverebbe il problema facendo ritornare al loro posto tutti gli ex stabilizzati e restituirebbe parte della credibilità perduta alla politica.
Anche per tale ragione – ha concluso Salvatore Negro – il nostro impegno continua oggi a Roma, per invitare i nostri i parlamentari a lavorare per questa soluzione”.
A muoversi per gli ex stabilizzati sono anche i senatori pugliesi.
Come concordato nella riunione bipartisan tenutasi a Bari in Consiglio regionale, i parlamentari pugliesi di centrodestra e centrosinistra si mobilitano per trovare una soluzione definitiva per gli oltre 300 operatori sanitari stabilizzati attraverso un concorso poi stoppato dalla Corte Costituzionale, visto che la strada degli atti conciliativi non sembra funzionare in maniera omogenea su tutto il territorio pugliese.
Così, 11 senatori che in maniera bipartisan avevano presentato nel marzo scorso un sub emendamento – poi dichiarato precluso - all’emendamento del Governo, nell’ambito del Decreto Semplificazione e Sviluppo, ci riprovano. I senatori d’Ambrosio Lettieri, Tedesco, Procacci, Costa, Tomaselli, Saccomanno, Carofiglio, Amoruso, Latorre, Mazzaracchio e Mongiello scrivono al ministro Balduzzi per chiedere un incontro urgente e ripropongono una soluzione possibile, pur non chiudendo la porta ad altre soluzioni condivise: l’abolizione dell’art. 16, comma 8, del decreto-legge 98/2011. In sostanza, si elimina la disposizione legislativa secondo cui “i provvedimenti in materia di personale adottati dalle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ed in particolare le assunzioni a tempo indeterminato, incluse quelle derivanti dalla stabilizzazione o trasformazione di rapporti a tempo determinato, nonché gli inquadramenti e le promozioni posti in essere in base a disposizioni delle quali venga successivamente dichiarata l’illegittimità costituzionale sono nulle di diritto e viene ripristinata la situazione preesistente a far data dalla pubblicazione della relativa sentenza della Corte”.
A darne notizia in una nota è il sen. del Pdl Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della Commissione Igiene e sanità del Senato che, insieme ai colleghi, ritiene la questione urgente “non solo sotto il profilo dei diritti individuali degli operatori interessati, ma anche di quelli dei cittadini pugliesi a cui occorre garantire i livelli essenziali di assistenza”.
“Rinunciando”, continua, “a trovare una soluzione concreta, si rischia il serio indebolimento del sistema sanitario già profondamente provato. Attraverso questo emendamento, si propone una modifica della legge vigente al fine di trovare un'altra ipotesi rispetto a quella delle conciliazioni, che possa mettere la parola fine ad una intollerabile vicenda che ferisce la dignità e i diritti di operatori sanitari e indirettamente dei cittadini, nonché i principi di equità, prefigurandosi, sostanzialmente, una sorta di espulsione dal sistema, quello stesso che hanno servito con la propria professionalità e dedizione”.
“Siamo certi”, concludono i senatori nella lettera inviata al ministro, “che vorrà condividere il nostro impegno rendendosi interprete verso il Governo dell’assoluta necessità di dare una risposta chiara, definitiva e risolutiva che potrà sostanziarsi nella nostra proposta, ovvero in altri interventi legislativi che Lei e il Governo riterrete più opportuni”.
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