giovedì 25 ottobre 2012

Parità di genere, Vendola mette in mora in Consiglio Regionale. Curto: "Spot a buon mercato. Il Consiglio è autonomo"

Nichi Vendola
Ogni occasione è buona per fare campagna elettorale. Perchè no, anche l'attività istituzionale, entrando nelle prerogative proprie degli altri organi con la consueta prepotenza e personalità.
Nichi Vendola bacchetta Introna e il Consiglio Regionale sulla legge per la rappresentanza di genere nelle liste per le elezioni regionali, forse anche per spostare l'attenzione sui suoi problemi giudiziari, legati alla richiesta della Procura di una condanna ad 1 anno ed 8 mesi di detenzione per abuso d'ufficio nella vicenda che vede coinvolto il Presidente della Giunta insieme all'ex general manager della Asl di Bari Lea Cosentino.
Lo fa con una lettere inviata al Presidente del Consiglio Onofrio Introna per sollecitare i lavori della VII Commissione sulla rappresentanza di genere.
"Caro Presidente, le 30.000 firme raccolte per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare 50/50 sul riequilibrio della rappresentanza di genere, avanzata da una larga platea di donne, appartenenti ai partiti, ai movimenti, alle associazioni e agli enti di parità meritano una risposta immediata da parte del Consiglio regionale.
Ti invito pertanto a sollecitare e a vigilare affinché i lavori della VII Commissione consiliare abbiano, nella prossima seduta, all’ordine del giorno l’esame della proposta di legge su “Disposizioni in materia di riequilibrio della rappresentanza di genere nelle elezioni del Consiglio Regionale”, come da impegno preso martedì 16 u.s. con le donne del Comitato Promotore. Mi auguro altresì che la discussione arrivi in Consiglio quanto prima in modo da scongiurare quanto accaduto in altre Regioni in tempi recenti. Noi sappiamo quanto male farebbe alla politica un incidente di percorso di questo genere".
Si tratta di "una palese delegittimazione del ruolo del Presidente dell’Assemblea di Via Capruzzi, una interferenza grave e intollerabile sull’autonomia del Consiglio regionale, una pressione indebita nei confronti del Presidente della Settima Commissione,e, soprattutto, un atto di arroganza politica che va da subito respinto con forza al mittente”.
Lo sostiene Euprepio Curto, consigliere regionale di Futuro e Libertà, che in una nota attacca frontalmente Vendola, all’indomani della lettera con cui, sul tema della parità di genere, il Governatore della Puglia aveva “sostanzialmente messo in mora Introna, la settima Commissione e lo stesso Consiglio regionale”.
“Non è questione di merito – dichiara Curto - anche se andrebbe rilevato che la nuova legge elettorale della Regione Puglia dovrà affrontare anche altri temi importanti almeno quanto la parità di genere, ad iniziare dalla revisione di quei meccanismi che consentono, sia pure all’interno della medesima lista, l’attribuzione di seggi e l’elezione di candidati appartenenti alle province col maggior numero di elettori , nonostante che le liste in questione abbiano ottenuto percentuali inferiori rispetto alle omologhe di altre province e gli stessi candidati abbiano ottenuto un minor numero di preferenze”.
Euprepio Curto
“Ma ciò che è intollerabile – sottolinea l’esponente Fli – è che Vendola possa continuare a pensare che non solo i consiglieri regionali, ma anche tutti i pugliesi abbiano l’anello al naso, e cioè che non comprendano che tutta questa sua presunta passione civile è mossa da un solo, esclusivo e cinico interesse: quello di abbandonare la Puglia, così come il fatal Schettino fece con la nave che lui stesso aveva condotto sugli scogli, dopo aver capitalizzato consensi elettorali con spot a buon mercato”.
“Allora – incalza Curto – siccome Vendola non può illudersi di sottrarsi al processo (politico, s’intende!) che ne deriverà, faccia almeno una sola cosa: si presenti in aula (a via Capruzzi, è chiaro!) e renda dichiarazioni spontanee, dicendo chiaramente se ha intenzione di rimanere alla guida della Puglia, oppure (da qui la fretta per l’approvazione della riforma) andar via”. 
“Resta una gravissima violazione – conclude Curto – delle regole elementari sui cui deve poggiare il rapporto, distinto e autonomo, tra esecutivo e assemblea, che, in questa vicenda ha visto, tra le altre, la delegittimazione della figura e della funzione di un Presidente di Consiglio regionale apparso succube e prono ai diktat del Presidente della Regione. Il Presidente Introna ne prenda atto, e, prima che Vendola prenda il largo, presenti egli le sue personali dimissioni”.

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