Non possiamo che essere contenti della decisione assunta oggi dal Consiglio Regionale della Puglia, che ha completato il
percorso di riduzione del numero dei consiglieri regionali a 50, con l’approvazione in seconda
lettura della modifica dello Statuto regionale
Una soluzione che due anni fa, con un pizzico di autocelebrazione, soltanto noi di Puglia d'oggi portavamo avanti con convinzione e determinazione, convinti che fosse il primo passo necessario da compiere non soltanto per garantire un certo risparmio alle casse dell'erario pubblico, ma soprattutto per ridare dignità e pienezza ad un Organo da anni in crisi e che rischiava di trasformarsi soltanto in un lento ed inutile accrocco della politica regionale.
Venti consiglieri in meno significa meno costi per la politica, apparati più piccoli, centri decisionali più snelli, ma significa anche riformare l'Ente portandolo ad essere adeguato non soltanto ai tempi moderni, ma anche alle esigenze che allo stesso vengono richieste.
Inoltre il presidente della
Giunta eletto, potrà nominare solo due assessori esterni, tutti gli
altri dovranno essere esclusivamente consiglieri regionali eletti, potendo fornire in questo modo un ulteriore riduzione dei costi della politica.
Fatto lo statuto, però, ora bisogna necessariamente armonizzarlo con una nuova legge elettorale, per evitare di trovarci nella situazione di due anni or sono, quando una errata (e faziosa) interpretazione della norma consentiva a Nichi Vendola ed alla sua maggioranza di autoassegnarsi otto seggi in più di quanto legittimo (salvo poi trovare puntualmente bocciatura nella Corte Costituzionale, grazie alle impugnazioni portate avanti da un Comitato con a capo Salvatore Tatarella).
Fatto lo statuto, però, ora bisogna necessariamente armonizzarlo con una nuova legge elettorale, per evitare di trovarci nella situazione di due anni or sono, quando una errata (e faziosa) interpretazione della norma consentiva a Nichi Vendola ed alla sua maggioranza di autoassegnarsi otto seggi in più di quanto legittimo (salvo poi trovare puntualmente bocciatura nella Corte Costituzionale, grazie alle impugnazioni portate avanti da un Comitato con a capo Salvatore Tatarella).
La Puglia si conferma
regione virtuosa nei fatti e a sottolinearlo è stato per primo il
capogruppo del Pdl, Rocco Palese, che ha definito la scelta del
Consiglio regionale, un “atto di autoriforma espressione di grande
sobrietà”.
Il governo nazionale da
tempo tenta di ridisegnare l’architettura istituzionale dello Stato con
provvedimenti che “hanno - secondo Palese - tradito la vocazione per
cui sono stati generati e di fatto sono stati un fallimento”.
Palese ha puntato il dito su
un argomento a cui è particolarmente sensibile “il risparmio”. Il
risparmio previsto per la prossima legislatura, infatti secondo
l’esponente del Pdl, sarà di 30 milioni di euro, quando a sedere sugli
scranni del Consiglio ci saranno 50 consiglieri più il presidente della
Giunta, invece di 70 più uno.
Secondo il capogruppo di
Sel, Michele Losappio, la norma che il Consiglio ha approvato “non è la
migliore possibile in un Paese moderno”. “Sarebbe stato necessario – ha
detto - lavorare coordinando e armonizzando la riduzione dei costi
delle Regioni con quelle dello Stato, tenendo conto delle esigenze
numeriche in riferimento al territorio, per esempio. “Ma l’emergenza
economica e sociale che stiamo vivendo – ha continuato Losappio – ci ha
imposto questa scelta significativa, anche per dare un segnale forte di
attenzione e sensibilità all’opinione pubblica. Va detto però che le
grandi riforme annunciate dal governo nazionale sono di fatto
inesistenti e inefficaci”.
Sergio Blasi segretario
regionale del Pd, ha rimarcato il fatto che la Regione Puglia per prima
si è dotata di una riforma in sintonia con le richiesta di sobrietà che
viene sollecitata dalla gente. “non si possono chiedere sacrifici – ha
detto – senza assumere decisioni che siano rappresentative della nostra
volontà di cambiamento”.
Per Francesco Damone (la
Ppdt), “non siamo tutti Fiorito, molti di noi lavorano con serietà e
fanno della politica una missione. Detto questo, la riforma di cui ci
siamo dotati è un gesto di ulteriore serietà e sobrietà”.
Sullo stesso tema del “non
siamo tutti uguali” hanno insistito anche Euprepio Curto (Fli)
e Salvatore Negro (Udc). “Metterci tutti sullo stesso piano – ha detto
Curto – non giova alla democrazia e nemmeno cadere negli eccessi di
demagogia e populismo fa bene alla politica”.
Per Negro questi
provvedimenti sono frutto “dell’onda mediatica”, ma ha esortato il
presidente Vendola a rappresentare a livello nazionale l’obiettivo
raggiunto dalla Puglia perché diventi un esempio per tutta la Nazione.
Possiamo affermare con assoluta certezza, per conoscenza diretta e personale dei fatti della Regione Puglia, che la stragrande maggioranza dei Consiglieri eletti sono impegnati quotidianamente per affrontare e cercare soluzioni idonee ai gravi problemi della nostra Regione.
Lungi da noi l'idea di accostarli ad esempi del tutto negativi e devianti della politica.
E tutto sommato siamo contenti che il giro di vite approvato oggi possa rappresentare un primo, sia pur parziale, passo in avanti. Peccato per l'occasione persa giusto la settimana scorsa con la bocciatura della legge di genere.
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