Fase due del Piano di Rientro. Non si parla quasi che di questo argomenti nei corridoi della Regione Puglia. Tagli, tabelle, accorpamenti, dismissioni, esuberi, ricicli, primari da confermare, dirigenti da accontentare, politici da tenere stretti.
Tra le esigenze di bilancio, quelle di cassa e le necessità di non scontentare una maggioranza che, quando si tratta di chiudere un reparto o di tagliare dei posti letto è pronta ai mal di pancia, si sta lavorando ad una quadratura del cerchio che non si preannuncia affatto facile.
La sede della Giunta Regionale |
Ormai sono 7 anni che Vendola è chiamato a passare alla “Fase Due”, a superare il piano ormai datato di Raffaele Fitto, e di proporre un chiaro e deciso ridimensionamento della spesa sanitaria regionale, così come voluto dalla Regione Puglia e concordato con il Ministero dell’Economia (voluto da Tremonti e confermato nel governo Monti).
Le singole voci della Fase Due ad oggi non sono note. Sia nella Commissione Sanità che in Consiglio Regionale è arrivato solo il 'saldo' mentre il dettaglio su dove, come e quando chiudere o aprire sembra affidato a riunioni tra partiti della maggioranza. C’è da accontentare tutti, o meglio, da scontentare meno Consiglieri possibili.
Sull’argomento è intervenuto Rocco Palese, capogruppo Pdl in Consiglio Regionale "Ad oggi non esiste alcun atto formale da parte del Governo Regionale su questa famigerata fase due del Piano di Rientro né tantomeno sulla riorganizzazione dei punti nascita, così da dar luogo ad un vergognoso mercimonio politico dei posti letto e degli ospedali senza alcun criterio né alcun rispetto per i cittadini e senza una programmazione che possa migliorare servizi, ridurre le liste d'attesa, tagliare gli sprechi e, quindi, anche abbassare le tasse. Lunedì formalizzeremo al Presidente Introna una richiesta di audizione urgente dell'assessore alla Sanità in Commissione, per fare il punto sulla situazione e chiedere che quanto prima il Governo Regionale fermi il mercimonio politico e le riunioni carbonare mettendo nero su bianco in un atto formale da approvare in Commissione e in Consiglio, i dettagli della fase due del Piano, quindi dove, come, quanto e quando attivare e disattivare reparti, con annesso un Piano di tagli anche della spesa e non solo dei servizi, oltre che con una puntuale due diligence di carenze e fabbisogni di personale. Solo così il confronto sulla sanità potrà essere serio e tenere conto delle esigenze dei pugliesi piuttosto che di quelle della cattiva politica come sta avvenendo in questi giorni".
Ma le stoccate alle scelte della Giunta non arrivano soltanto dall’opposizione. Una richiesta esplicita di chiarimenti arriva anche dal Partito Democratico.
"La necessità di chiarire quali sono i criteri da seguire per il taglio dei posti letto e per l'adeguamento alla direttiva nazionale sui punti nascita", è emersa oggi nel corso della riunione del gruppo consigliare del Pd alla Regione Puglia, sulla fase due del Piano di rientro sanitario. Lo sottolineano il capogruppo e il responsabile sanità del Pd, Antonio Decaro e Giuseppe Romano, secondo i quali "i criteri tecnici non appaiono sempre congruenti ma sembrano cambiare a seconda dei territori". Per questo, secondo Decaro e Romano, "occorre stabilire precisi criteri tecnici cui si potrà derogare, solo in base alle specifiche esigenze di rendere omogenea l'offerta sanitaria sull'intero territorio e garantire così un omogeneo livello di assistenza a tutti i cittadini".
Tra le altre esigenze sottolineate dai consiglieri Pd nel corso della riunione, c'è quella di "attivare i servizi sanitari territoriali contestualmente al taglio dei posti letto, prevedendo la riconversione dei plessi ospedalieri in strutture in grado di fornire tutta l'assistenza sanitaria necessaria".
Una solfa, quella dei servizi sanitari territoriali da attivare contestualmente al taglio dei posti letto, su cui ormai da anni si concentra la cantilena di Vendola e dei suoi Assessori. Ma basta andare nei tanti Comuni Pugliesi colpiti dalla scure vendoliana per rendersi conto che così non è.
Speriamo che la demagogia lasci presto il posto alla consapevolezza di dare un secco e profondo taglio agli sprechi, non alla Sanità tout court.
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