venerdì 11 maggio 2012

Il voto moderato alla ricerca di una nuova offerta

Editoriale di Fabrizio Tatarella di Puglia d'oggi n. 17 del 11 maggio 2012.


La migliore analisi, tra le tante, sul voto delle ultime amministrative, è, certamente, quella realizzata dal professor Roberto D’Alimonte con “Quel vuoto tra i moderati” pubblicato su “Il Sole 24 ore” di martedì 8 maggio. Secondo lo studioso di Scienza Politica due sono le conferme che emergono da questo test amministrativo:

1)     lo sfarinamento dello schieramento di centrodestra.

Il grande successo del Pdl alle politiche del 2008 (37,4%) è un ricordo lontanissimo anche se sono passati solo quattro anni che in politica sono, comunque, una vera era geologica. Per il Pdl non è stata una sconfitta, ma un vero e proprio crollo. La sconfitta di Alfano era nell’aria, ma non in queste dimensioni. Anche la Lega Nord travolta dagli scandali recenti esce con le ossa rotte da questa competizione. Il Terzo Polo non riesce ad ereditare questi consensi in libera uscita.

2)     La forte domanda di nuovo presente negli elettori.
Questo secondo elemento è correlato al primo. E’ evidente che se l’elettorato moderato non esiste più è solo perché prima di tornare a votare un partito di riferimento come lo sono stati negli anni la Dc, Forza Italia, An e ultimo il Pdl aspetta qualcosa di nuovo. E il nuovo non può essere rappresentato da Grillo il cui successo, al pari di quello di Giannini nel 1946, del Msi del ’72, della Lega Nord del ’94 e dei radicali nel ’99 è solo un exploit effimero e passeggero, essendo un semplice voto di protesta che come il vento, prima o poi passerà. Quando vi saranno i primi eletti, privi di ogni esperienza politica, le prime visioni diverse sul da farsi, non avendo questo movimento nessuna idea di governo, nasceranno le prime crepe di un movimento che non potrà avere solo in Grillo il capo indiscusso.  Astensione e anti-politica sono frutto del rifiuto di questa politica e di questa classe dirigente. Ha ragione Sergio Romano nel suo editoriale sul “Corriere della Sera” di giovedì 10 maggio “ La Risposta che non c’è” in cui parla dell’ultima chiamata per i partiti che non sono riusciti a dare risposte sull’abrogazione delle province, su una nuova legge elettorale, sulla riduzione dei parlamentari, sulla eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti e su una nuova architettura istituzionale con una troppe volte rinviata riforma della Costituzione. Astensione e anti-politica possono essere sconfitte solo con una risposta di novità e con esempi concreti di buona politica. Chi comprenderà questo vincerà le prossime elezioni politiche.

Nessun commento:

Posta un commento