Dalle parole ai fatti. Dopo l'annuncio dello scorso mese dell'Anci con cui si dava spazio ai Comuni per fare ricorso contro le tabelle ministeriali sulle stime dell'Imu, si iniziano a contare i primi Sindaci all'attacco.
In Puglia segnaliamo l'iniziativa di Biccari, con il Comune del subappennino dauno che impugna le stime del Governo a proposito di Imu. Nella giornata di venerdì, infatti, il sindaco Gianfilippo Mignogna ha provveduto ad aderire al ricorso tramite l’Associazione nazionale dei Comuni italiani.
L’Anci, infatti, ha verificato come Biccari sia uno degli Enti locali più danneggiati dalle stime sulla Imposta municipale propria.
Il decreto legge 201 del dicembre 2011 rendeva di fatto l’Imu una nuova Ici sulle abitazioni principali, anticipandone l'introduzione, in via sperimentale, a partire dal 2012, per poi essere applicata a regime a partire dal 2015. Un’imposta sul valore degli immobili e sulla loro rendita, che si è di fatto trasformata in una vera patrimoniale. Moltiplicando la rendita catastale (rivalutata del 5% se fabbricato e del 25% se terreno), con il moltiplicatore dato dalla categoria catastale, i cittadini sono stati chiamati a calcolare la base imponibile da pagare in 3 rate. La prima a metà giugno, la seconda a metà settembre e l’ultima a metà dicembre, calcolata sulla base dell’aliquota prevista dai singoli Comuni per prima casa ed ulteriori proprietà.
L’Anci Puglia nel mese di ottobre si è fatta promotrice di proporre ricorso giurisdizionale verso le stime Imu 2012 e Ici 2010 pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, visti i conseguenti riflessi negativi sull’entità del Fondo Sperimentale di Riequilibrio e di conseguenza sui bilanci dei Comuni. Lo scorso 16 novembre l’Anci Nazionale ha infine deliberato di intraprendere azioni legali nei confronti del Mef, predisponendo i ricorsi. Ieri Biccari ha aderito alla rimostranza giuridica.
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