Nichi Vendola |
Il presidente Introna ha convocato il Consiglio regionale per martedì 20 e mercoledì 21 novembre. Tra gli argomenti iscritti all’ordine del giorno due su tutti gli altri meritano attenzione, in considerazione della loro importanza.
Ancora una seduta sulla proposta di legge di iniziativa popolare “50 e 50” per la parità di genere e la relazione del presidente della Regione, Nichi Vendola, sulla revoca dell’amministratore unico di Acquedotto Pugliese SpA.
Su questo punto l'opposizione nei giorni scorsi (ne abbiamo parlato diffusamente) ha chiesto l'intervento in aula di Nichi Vendola, anche se da parte di chi ha puntato gran parte del proprio fondo alle primarie per le prossime elezioni politiche difficilmente ci potrà essere la dovuta attenzione ai "piccoli fatterelli di casa nostra".
Se non fosse che quei piccoli fatterelli devono rappresentare, almeno fino a quando non ci saranno ufficialmente le dimissioni di Nichi Vendola dal suo incarico di Presidente della Giunta Regionale, il più importante dei suoi obiettivi, visto che per la gestione anche di quei fatterelli è stato eletto dai pugliesi.
“E’ perfettamente inutile che si convochi il Consiglio regionale per ascoltare le ragioni per le quali il Presidente Vendola ha avviato il procedimento di revoca per giusta causa del rapporto che lega AQP all’ingegnere Ivo Monteforte, Amministratore Unico della più grande azienda della Regione Puglia. Nella migliore delle ipotesi saremmo obbligati a sorbirci l’ennesima e ormai stucchevole poetica narrazione del nulla da parte del Governatore della Puglia. Nella peggiore (e cioè, nel caso di una sua (scontata) assenza) saremmo costretti a registrare l’ennesimo sgarbo nei confronti del Consiglio regionale”.
Lo afferma in una nota il consigliere regionale di Futuro e Libertà, Euprepio Curto.
“E’, invece, assolutamente necessario – dichiara Curto – individuarne le ragioni più vere e, proprio per questo motivo, recondite; quelle che, molto probabilmente, potrebbero far apparire torbida la già scarsa acqua di AQP”.
“Ad esempio – evidenzia l’esponente di Fli – tra le ragioni da non rivelare ve ne potrebbe essere una di natura squisitamente politica: l’esigenza di una sorta di spoil system da effettuare proprio alla vigilia del congedo di Vendola dalla guida della Regione Puglia. Pratica discutibile, ma che, tutto sommato, non farebbe gridare allo scandalo essendo trasversalmente detestata a parole ma apprezzata nei fatti”.
“L’altra – continua Curto – è, invece, molto più delicata. Sotto la gestione Monteforte AQP avrebbe espletato oltre 2000 gare per un importo di 1,5 miliardi di euro (Gazzetta del Mezzogiorno). Mentre ieri l’altro la Giunta regionale ha deliberato una fideiussione a favore di AQP finalizzata all’accensione di un mutuo presso la BEI (Banca Europea degli Investimenti) per consentire l’attivazione di altre ingentissime risorse (Nuovo Quotidiano di Puglia)…. e quindi l’avvio di molti appalti“.
“Vendola – aggiunge Curto – non può trincerarsi dietro un imbarazzato silenzio, o limitarsi a decantare i risultati ottenuti dal manager nel mentre se ne libera abbastanza rozzamente. Deve dire qualcosa di più sul modello Monteforte di gestione dell’Acquedotto, e sulla sua capacità di corrispondere al modello ideale sia di Vendola che della sua inquieta maggioranza”.
“Sono motivi sufficienti – conclude Curto – per concludere che la convocazione del Consiglio regionale non basta per fare totale chiarezza sul tema? Altri, e ben più efficaci, dovranno essere gli strumenti conoscitivi!”.
di Roberto Mastrangelo
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