Cerignola
nell’immaginario collettivo della destra italiana non è una città qualunque.
Dopo Roma e il Lazio era considerata una vera “enclave” della destra italiana non solo per le percentuali, tra le
più alte che An raccoglieva, addirittura tre volte più di Forza Italia, ma
per essere stata, come Pinuccio la definiva,
il laboratorio della destra e la “terra degli incominciamenti”.
Fu a
Cerignola, infatti, che il Msi vinse con Salvatore, nella città rossa per
eccellenza dopo Bologna, la Stalingrado del Sud.
Qui
il Msi, aprendosi alla società civile, gettò le basi per andare oltre il
postfascismo e iniziare la svolta di An concretizzatasi a Fiuggi due anni dopo.
Fu
qui che nacque la destra di governo. A Cerignola fu sperimentata, per prima
volta, anche la strategia di “oltre il Polo”. In questa città gli ex An, o
meglio gli eletti dell’ex An tutti al governo e tutti rimasti nel Pdl, vivono
il loro psicodramma collettivo. Divorati dai dubbi, orfani di Salvatore Tatarella,
il Sindaco mai dimenticato che li ha piazzati tutti, non sanno più che fare e
dove andare.
Il
Sindaco Giannatempo, ormai, ha raggiunto un livello di disistima totale nella
città tale da metterne a repentaglio anche il giudizio umano sulla sua persona
e quello sulla sua professione.
I
giovani consiglieri comunali come Casarrella e De Benedicts, cresciuti
nell’organizzazione giovanile di An, iniziano a prendere le distanze con
dichiarazioni pesanti, il primo sull’assessore Reddavide, anche lui ex An e
considerato da tutti la causa della rovina di Giannatempo, o autosospendendosi,
il secondo dal gruppo Pdl al Comune.
Anche
Marro e Allamprese, fedelissimi del Sindaco, sono immobili e silenziosi. Il
primo conserva nel suo ufficio, in bela vista, le foto con Fini, il secondo è
alla ricerca di un punto di riferimento che non trova.
Carbone
ha ormai mollato e Bombino ha fatto sapere che non si ricandiderà più.
Singolare
la posizione di Decosmo: è assessore del Pdl, ma da tempo si dichiara di Italia
Futura che ha Cerignola ha ufficialmente un altro referente. Addirittura prende
accordi e parla con gli altri partiti come se fosse il segretario di un altro
partito. Coerenza vorrebbe che almeno si dimettesse dal Pdl e da assessore. A
Palazzo Dogana Mimmo Farina, voluto da Salvatore Tatarella come assessore alla
Provincia, il 31 dicembre finirà il suo impegno a causa del riordino delle
Province.
Gli
eletti ex An saranno cancellati e travolti alle prossime amministrative. Non si
salverà nessuno.
Gli
elettori ex An, privi di riferimenti, aspettano un segnale di Salvatore Tatarella,
unico leader che ancora riconoscono.
Dove
andranno tutti i voti di chi votava An e Tatarella?
Forza
Italia a Cerignola prendeva solo il 10% quando a livello nazionale era data al
30.
Ora
che il Pdl è dato al 15% quanto e cosa è rimasto del Pdl a Cerignola?
Nulla.
Alle prossime amministrative verrà rieletto, se il Pdl esisterà ancora, solo in
candidato Sindaco, come consigliere di opposizione.
Per
questo Decosmo, Vitullo, Reddavide e Casarella vogliono fare i candidati Sindaci.
Sanno
che anche prendendo 800 preferenze potrebbero non entrare nel prossimo Consiglio
comunale.
Gli
elettori di centrodestra aspettano una precisa indicazione dal solo Sindaco che
riconoscono: Salvatore Tatarella.
Quello
attuale farebbe bene, per salvare la sua dignità, a dimettersi.
Possibile
che tra i consiglieri comunali non vi sia nessuno che per amore di Cerignola
non sia pronto a staccare la spina? Riflettano. Alemanno e Gasparri
consegnandosi ad Alfano hanno salvato il loro seggio in Parlamento.
Ma gli
altri? Non faranno più i consiglieri comunali. Solo per qualche gettone in più
rimangono in carica? Speriamo di no. La dignità è un valore che va oltre le
elezioni. Se non vorranno essere costretti a scappare da Cerignola, dopo essere
stati spazzati via dal voto, hanno solo una strada: rassegnare le dimissioni o
votare la sfiducia al Sindaco Giannatempo.
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