Michele Emiliano |
Emiliano, tornato sugli schermi di Telebari per il suo settimanale incontro con i cittadini, aveva ricordato come Bari, città di mafia, è perennemente a rischio e non bisogna mai abbassare la guardia, ed ha espresso il timore che dopo dieci anni di calma apparente, i clan si accingano a negoziare con i suoi successori. O meglio, ha detto, con chi aspira al governo della città.
A riascoltare più volte il suo intervento, in verità, mai in nessun punto il sindaco si è riferito esplicitamente al PDL, nè direttamente nè indirettamente. Emiliano parla genericamente di successori, non di pidiellini.
"Emiliano è preoccupato anche per i suoi - continua la nostra fonte - perchè sa che in passato certi contatti ravvicinati fra mafia e politica sono avvenuti anche nel centro sinistra". E chi ha la memoria abbastanza lunga si ricorderà dei portatori di voti socialisti che facevano capo alle famiglie malavitose di Japigia, o dei legami fra certa democrazia cristiana e i clan dei parcheggi abusivi.
Insomma, il PDL si è offeso senza che Emiliano l'abbia mai citato nella sua dichiarazione e sull'onda emozionale delle ultime sparatorie che continuano a mietere vittime in città, ai berluscones nostrani è scattata una reazione forse affrettata, forse dettata da un ascolto superficiale delle dichiarazioni del sindaco.
Un manipolo di parlamentari da Simeone Di Cagno Abbrescia a Luigi d'Ambrosio Lettieri, accompagnati da Ninni Cea, capogruppo al Comune, hanno presentato un esposto alla Procura di Bari in cui si chiede al Sindaco di fare i nomi.
In questi casi si dice che chi si offende è un fetente. O, sempre citando Emiliano, "con questa denuncia il PDL ha detto inequivocabilmente da che parte sta".
di Fortunata Dell'Orzo
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