giovedì 20 settembre 2012

Querelle Emiliano-PDL: chi si offende è un fetente

Michele Emiliano
"Ma perchè se la prendono tanto? Non è detto affatto che siano loro i prossimi a governare Bari". Dritta dallo staff più vicino al Sindaco, arriva la frecciata al Pdl barese, offeso con Emiliano per la sua famosa dichiarazione di pochi giorni addietro.
Emiliano, tornato sugli schermi di Telebari per il suo settimanale incontro con i cittadini, aveva ricordato come Bari, città di mafia, è perennemente a rischio e non bisogna mai abbassare la guardia, ed ha espresso il timore che dopo dieci anni di calma apparente, i clan si accingano a negoziare con i suoi successori. O meglio, ha detto, con chi aspira al governo della città.
A riascoltare più volte il suo intervento, in verità, mai in nessun punto il sindaco si è riferito esplicitamente al PDL, nè direttamente nè indirettamente. Emiliano parla genericamente di successori, non di pidiellini.
"Emiliano è preoccupato anche per i suoi - continua la nostra fonte - perchè sa che in passato certi contatti ravvicinati fra mafia e politica sono avvenuti anche nel centro sinistra". E chi ha la memoria abbastanza lunga si ricorderà  dei portatori di voti socialisti che facevano capo alle famiglie malavitose di Japigia, o dei legami fra certa democrazia cristiana e i clan dei parcheggi abusivi.
Insomma, il PDL si è offeso senza che Emiliano l'abbia mai citato nella sua dichiarazione e sull'onda emozionale delle ultime sparatorie che continuano a mietere vittime in città, ai berluscones nostrani è scattata una reazione forse affrettata, forse dettata da un ascolto superficiale delle dichiarazioni del sindaco.
Un manipolo di parlamentari da Simeone Di Cagno Abbrescia a Luigi d'Ambrosio Lettieri, accompagnati da Ninni Cea, capogruppo al Comune, hanno presentato un esposto alla Procura di Bari in cui si chiede al Sindaco di fare i nomi.
In questi casi si dice che chi si offende è un fetente. O, sempre citando Emiliano, "con questa denuncia il PDL ha detto inequivocabilmente da che parte sta".

di Fortunata Dell'Orzo

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