venerdì 4 maggio 2012

Cimitero privatizzato: lite nel centrosinistra a Foggia


La privatizzazione dei servizi cimiteriali decisa dalla Giunta Mongelli ha suscitato la vivissima opposizione della minoranza di centrodestra e desta più di una perplessità nei cittadini, che dovranno pagare un loculo quasi millecinquecento euro. 
Ma a mettere in luce le contraddizioni delle scelte del sindaco e dell’assessore delegato Pasquale Pellegrino è un esponente della coalizione di centrosinistra, il segretario cittadino del Prc Giorgio Cislaghi, che ha dettato agli organi di stampa una dichiarazione di fuoco. 
Eccola: E' palese la contraddizione tra le due affermazioni perché nel "prezzo già stabilito di 1450,00 euro a loculo" è caricato anche il costo di gestione dei servizi di pulizia e manutenzione che prima erano a carico della fiscalità comunale, questi sono gli 800 mila euro di costi che il comune risparmia. Vogliamo sottolineare che nel costo del loculo è incluso anche il "normale utile" che motiva l'impresa privata a gestire i servizi di pubblica utilità, che contro la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali si è espresso il popolo italiano con il referendum, che i cittadini foggiani, in quell'occasione, hanno espresso la volontà di mantenerli pubblici. 
E' per questo motivo che l'aver voluto procedere con l'affidamento dei servizi cimiteriali a un privato, in aggiunta all'ampliamento del cimitero stesso, costituisce violazione della volontà popolare con buona pace di chi aveva fatto della democrazia partecipata una bandiera in campagna elettorale.
L'ingresso del cimitero comunale di Foggia
Quanto al risparmio effettivo per la comunità, vi è prima da ricollocare i sette operai tumulatori, assunti tramite concorso e specializzati, che non continueranno a lavorare al cimitero ma saranno impiegati in altre mansioni (la custodia delle palestre comunali?) come è stato loro riferito in via informale. 
Il costo di questi sette dipendenti resterà comunque a carico dell'amministrazione comportando una spesa molto superiore agli 800 mila euro "risparmiati" per gli undici anni del servizio. Una spiegazione del presunto risparmio ci sembra un atto dovuto. 
Restano alcune cose da capire: perché, dopo quattro mesi dalla data del primo gennaio, non sia ancora cominciata la nuova gestione e perché ancora oggi c'è la necessità di un ulteriore rinvio di una settimana; secondo quali delibere, o determina dirigenziali, stiano lavorando dal 1 gennaio persone non dipendenti dal comune; perché non sono state applicate le norme di tutela sociale dei lavoratori in precedenza occupati. 
A queste domande il sindaco e l'assessore devono rispondere se hanno a cuore la trasparenza dell'azione amministrativa. Vi è poi da chiarire se, e perché, l'amministrazione comunale permetta l'impiego di manodopera assunta con contratti di somministrazione di lavoro -il lavoro interinale- per assicurare un servizio della durata di undici anni e a quale carta dei servizi, per garantire la loro qualità, il nuovo gestore si debba attenere, ma questo e un discorso che riguarda la qualità dei servizi che l'amministrazione offre alla città su cui vi è molto da ridire.

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