La
privatizzazione dei servizi cimiteriali decisa dalla Giunta Mongelli ha
suscitato la vivissima opposizione della minoranza di centrodestra e desta più
di una perplessità nei cittadini, che dovranno pagare un loculo quasi
millecinquecento euro.
Ma a mettere in luce le contraddizioni delle scelte del
sindaco e dell’assessore delegato Pasquale Pellegrino è un esponente della
coalizione di centrosinistra, il segretario cittadino del Prc Giorgio Cislaghi,
che ha dettato agli organi di stampa una dichiarazione di fuoco.
Eccola:
E' palese la contraddizione tra le due
affermazioni perché nel "prezzo già stabilito di 1450,00 euro a
loculo" è caricato anche il costo di gestione dei servizi di pulizia e
manutenzione che prima erano a carico della fiscalità comunale, questi sono gli
800 mila euro di costi che il comune risparmia. Vogliamo sottolineare che nel
costo del loculo è incluso anche il "normale utile" che motiva
l'impresa privata a gestire i servizi di pubblica utilità, che contro la
privatizzazione dei servizi pubblici essenziali si è espresso il popolo
italiano con il referendum, che i cittadini foggiani, in quell'occasione, hanno
espresso la volontà di mantenerli pubblici.
E' per questo motivo che l'aver
voluto procedere con l'affidamento dei servizi cimiteriali a un privato, in
aggiunta all'ampliamento del cimitero stesso, costituisce violazione della
volontà popolare con buona pace di chi aveva fatto della democrazia partecipata
una bandiera in campagna elettorale.
L'ingresso del cimitero comunale di Foggia |
Quanto al risparmio effettivo per la comunità,
vi è prima da ricollocare i sette operai tumulatori, assunti tramite concorso e
specializzati, che non continueranno a lavorare al cimitero ma saranno
impiegati in altre mansioni (la custodia delle palestre comunali?) come è stato
loro riferito in via informale.
Il costo di questi sette dipendenti resterà
comunque a carico dell'amministrazione comportando una spesa molto superiore
agli 800 mila euro "risparmiati" per gli undici anni del servizio.
Una spiegazione del presunto risparmio ci sembra un atto dovuto.
Restano alcune
cose da capire: perché, dopo quattro mesi dalla data del primo gennaio, non sia
ancora cominciata la nuova gestione e perché ancora oggi c'è la necessità di un
ulteriore rinvio di una settimana; secondo quali delibere, o determina dirigenziali,
stiano lavorando dal 1 gennaio persone non dipendenti dal comune; perché non
sono state applicate le norme di tutela sociale dei lavoratori in precedenza
occupati.
A queste domande il sindaco e l'assessore devono rispondere se hanno
a cuore la trasparenza dell'azione amministrativa. Vi è poi da chiarire se, e
perché, l'amministrazione comunale permetta l'impiego di manodopera assunta con
contratti di somministrazione di lavoro -il lavoro interinale- per assicurare
un servizio della durata di undici anni e a quale carta dei servizi, per
garantire la loro qualità, il nuovo gestore si debba attenere, ma questo e un
discorso che riguarda la qualità dei servizi che l'amministrazione offre alla
città su cui vi è molto da ridire.
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