E' arrivato il Sì dell'Aula della Camera al decreto legge Ilva su cui ieri il
governo ha incassato la fiducia. Il testo, approvato a Montecitorio con
421 sì, 21 no e 49 astenuti, passa ora al Senato per l'approvazione definitiva. Astenuta la Lega che, per bocca di Giovanni Fava ha così spiegato il non voto.
"Il ministro Passera ha fatto il ministro dello Sviluppo economico
senza dare nessuno sviluppo al Paese: se non altro perché non ha
programmato nulla. Davanti alla mala parata abbiamo scelto il male minore", ha concluso
Fava".
Apprezzamento dalla Puglia è stato espresso da parte del capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Rocco Palese, che sottolinea le garanzie e la tutela per la popolazione, oltre che la collaborazione Istituzionale che ha portato all'approvazione del decreto.
“Il testo del Decreto
Ilva esce dalla Camera dei Deputati notevolmente migliorato e con
garanzie ulteriori che le questioni sanitaria, ambientale, industriale
ed occupazionale di Taranto sono di importanza nazionale. Grazie alla
collaborazione istituzionale e politica a tutti i livelli ed all’impegno
profuso dalla nostra delegazione parlamentare con in testa l’on.
Raffaele Fitto, il Decreto garantisce e tutela le esigenze di salute
pubblica e lavoro con quelle di crescita e sviluppo.
In particolare le modifiche apportate al Decreto, oltre a prevedere per Taranto stanziamenti aggiuntivi che consentiranno di attivare una più capillare rete di controllo e prevenzione ambientale, sul fronte della prevenzione e dell’assistenza sanitaria consentono anche deroghe al blocco del turn over per la Asl di Taranto, ivi compresa la possibilità di superare i limiti finanziari per le assunzioni di personale e deroghe al Piano di Rientro per evitare il taglio di posti letto nelle strutture pubbliche e private accreditate.
Ci auguriamo che la questione Ilva continui ad essere affrontata all’insegna della massima collaborazione tra tutte le Istituzioni e che quanto prima anche il Senato dia il via libera definitivo al Decreto in modo che possa cominciare subito a produrre effetti positivi per la città di Taranto e per tutto il territorio jonico”.
In particolare le modifiche apportate al Decreto, oltre a prevedere per Taranto stanziamenti aggiuntivi che consentiranno di attivare una più capillare rete di controllo e prevenzione ambientale, sul fronte della prevenzione e dell’assistenza sanitaria consentono anche deroghe al blocco del turn over per la Asl di Taranto, ivi compresa la possibilità di superare i limiti finanziari per le assunzioni di personale e deroghe al Piano di Rientro per evitare il taglio di posti letto nelle strutture pubbliche e private accreditate.
Ci auguriamo che la questione Ilva continui ad essere affrontata all’insegna della massima collaborazione tra tutte le Istituzioni e che quanto prima anche il Senato dia il via libera definitivo al Decreto in modo che possa cominciare subito a produrre effetti positivi per la città di Taranto e per tutto il territorio jonico”.
Chi, invece, si è espresso in senso fortemente contrario al decreto è l'Associazione Tamburi 9 luglio 1960, che ha scritto la sua contrarietà in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
"Presidente, con garbo, ma con altrettanta fermezza, esterniamo tutta la
nostra contrarietà al decreto legge sul caso Taranto-Ilva-magistratura
deciso dal governo. La nostra esternazione - aggiunge
il presidente dell'associazione, Francesco Fanelli - non nasce da un
improvviso cambio di umore ma è frutto di un cumulo di soprusi che da
decenni e decenni il nostro territorio, che viene tenuto in
considerazione solo quando si tratta di volta in volta di violentarlo,
subisce. Crediamo che in nessuna parte del mondo esista un luogo dove
sia concentrata una così vasta attività industriale come quella di
Taranto. Le vogliamo ricordare le più significative industrie: Ilva,
Arsenale Marina militare, raffineria Eni, due cementifici (uno dei quali
anch’esso alle porte della città), discariche di rifiuti speciali e
nocivi". "Mentre - conclude Fanelli - siamo stati privati di settori che
da sempre hanno fatto da traino all'economia locale, ossia
mitilicoltura e agricoltura".
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