Forse il peggio è passato, dopo una giornata di ieri davvero tremebonda su tutta la Puglia. Intanto bisogna contare i danni e fare il punto della situazione dopo 24 ore di pessime condizioni metereologiche.
Tutta la Penisola è attraversata da una violenta ondata di maltempo. La città sicuramente più danneggiata dalla violenza delle acque è stata Taranto, con una tromba d'aria di notevoli proporzioni che non ha risparmiato lo stabilimento dell’Ilva, dove ci sono stati crolli e enormi danni.
La Protezione civile regionale pugliese ha comunicato che sono 38 le
persone rimaste ferite, tra cui nove bambini di una scuola di Statte.
Dei nove bambini, che hanno tutti ferite lievi, cinque sono stati
medicati nell'ospedale Moscati di Taranto e quattro nel nosocomio di
Martina Franca, ad uno dei nove è stato diagnosticato un trauma
cranico.Tre persone politraumatizzate sono ricoverate in condizioni
critiche all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Quattro operai
dell'Ilva sono stati condotti nell'ospedale Santissima Annunziata di
Taranto per cure ed accertamenti, altri 20 sono stati medicati
nell'infermeria del siderurgico.
C’è apprensione e molta preoccupazione per un uomo di 29 anni, operaio, disperso in mare dopo che la gru su cui stava lavorando è stata abbattuta. L'uomo si trovava sul molo dello
stabilimento a bordo di una gru che è caduta in mare.
Dopo la sospensione delle ricerche nella serata di ieri a causa del mare mosso e di una scarsa visibilità, sono riprese questa mattina alle 5 le ricerche dell'operaio dell'Ilva disperso. Dell'operaio, però, nessuna traccia. Le
ricerche erano state interrotte nella serata di ieri a causa del mare
mosso e della scarsa visibilità. Sul posto i sommozzatori dei vigili del
fuoco di Taranto e Bari.
La tromba d’aria che ha colpito Taranto è quella che i meteorologi definiscono “supercella”, cioè uno dei temporali più violenti che possano esistere in natura. Bilancio drammatico anche nel brindisino dove, a causa di un incidente stradale, sono morte quattro persone.
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ieri sera ha commentato il nubifragio che si è abbattuto su Taranto dicendo: "Sembra che anche la natura si sia accanita e questo è motivo di grande pena". Poi, a proposito della situazione dello stabilimento dell'Ilva ha detto che "non possiamo mandare al macero 20mila posti di lavoro perché non possiamo permettercelo e non è accettabile: dobbiamo salvare il loro lavoro e la loro salute" e che "bisogna fare in modo che per questo stabilimento, senza chiuderlo, ci sia un recupero delle condizioni ambientali compatibili con la salute". "Non so tecnicamente ciò che occorre - ha aggiunto il ministro - e quanto tempo occorre, ma bisogna che questo stabilimento non chiuda".
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ieri sera ha commentato il nubifragio che si è abbattuto su Taranto dicendo: "Sembra che anche la natura si sia accanita e questo è motivo di grande pena". Poi, a proposito della situazione dello stabilimento dell'Ilva ha detto che "non possiamo mandare al macero 20mila posti di lavoro perché non possiamo permettercelo e non è accettabile: dobbiamo salvare il loro lavoro e la loro salute" e che "bisogna fare in modo che per questo stabilimento, senza chiuderlo, ci sia un recupero delle condizioni ambientali compatibili con la salute". "Non so tecnicamente ciò che occorre - ha aggiunto il ministro - e quanto tempo occorre, ma bisogna che questo stabilimento non chiuda".
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