mercoledì 21 novembre 2012

Grecia: non c'è due senza tre

Una notte non è bastata. L’eurogruppo si riunirà lunedì prossimo, per la terza volta in tre settimane. Argomento principale? La Grecia, come sempre. 

Introduzione (incontro-scontro). I governi europei sono d’accordo nel concedere allo Stato ellenico una deroga di due anni per poter raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica prestabiliti dei creditori internazionali, ma le questioni che hanno tenuto sveglio l’Eurogruppo fino a tarda notte, sono le modalità da attuare per l’abbassamento del debito pubblico, -l’obbiettivo è quello di abbassarlo fino al 120% del prodotto interno lordo- oggi fisso al 160%. 

Svolgimento ( Merkel versus Fmi-USA). In prima serata la cancelliera Merkel si presenta con un atteggiamento più flessibile e maggiormente propenso a trovare un compromesso per risolvere la questione greca. In seconda serata i “kinder” vanno a letto e la questione si scalda. Da una parte mutty Merkel “non vuole vedere perdite di capitali” e quindi propone di dilazionare il momento per ridurre il debito greco al 2022 per non mettere mano a fondi o perdite, dall’altra c’è il Fondo Monetario Internazionale, presieduto da Christine Lagarde e fortemente sostenuto dal presidente americano Obama, che ostacola la proposta tedesca perché non chiude, una volta per tutte, il contagio greco al resto d’Europa e non solo. La proposta dell’FMI è, infatti, quella di riuscire nell’impresa di abbassare il debito pubblico al 120% entro il 2020 -al massimo- e propone di ridurre i prestiti con un secondo haircut ( ristrutturazione) che questa volta coinvolga il settore pubblico. La Merkel si oppone poiché di fatto ci sarebbe una perdita secca nei prestiti concessi ai paesi europei.

Conclusione (nulla di fatto). Antonis Samaras, premier greco, torna a casa con le tasche vuote. Il mancato raggiungimento dell’accordo tra “i grandi” dell’economia europea ha, infatti, anche bloccato la nuova trance di aiuti, pari a 44 miliardi di euro, da destinare al suo Paese. “I nostri partner e il Fondo monetario internazionale hanno il dovere di fare ciò che devono, non è solo il futuro del nostro Paese, ma la stabilità dell'intera zona euro a dipendere dal successo dell'esito di questo impegno dei prossimi giorni”.

Arrivederci al 26 Novembre
di Sveva Biocca
 

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