L’Eurogruppo ce l’ha fatta, il presidente dell’FMI si è dichiarato soddisfatto, la Germania ha ceduto leggermente e il premier greco Samaras può tornare in patria con buone nuove.
Introduzione (Eurogruppo promosso). I ministri dell’economia e delle finanze ci hanno dormito su una settimana intera ed alle ore 12 di lunedì mattina si trovavano tutti, nuovamente, attorno ad un tavolo per decidere sulla madre Grecia. La volta scorsa, dopo ore di trattative, i componenti dell’Eurogruppo avevano preso il volo di ritorno senza aver deciso nulla. Questa volta, sin dall’inizio, la parola d’ordine è stata “non si esce senza accordo.” E ci sono riusciti.
Svolgimento (Osmosi Merkel-FMI?). Dopo una settimana è pur vero che gli attriti tra la Germania e l’FMI non potevano essere scomparsi ma, al contrario della volta scorsa, sono stati risolti in corso d’opera. Come in ogni negoziazione che si rispetti, attraverso un continuo gioco di “trade-off”, ognuno ha ceduto su qualcosa e l’accordo è stato raggiunto: la Grecia è salva. Come? L’FMI ha leggermente abbassato il tiro ed infatti il debito pubblico greco non dovrà scendere sotto il 120% del Pil entro il 2020, ma sotto il 124% per arrivare, nel 2022, al 110%. La Germania a sua volta è stata favorevole al fatto che gli Stati rinuncino ai loro profitti sui bond greci e li versino direttamente ad Atene in un conto bloccato.
Con la premessa che “ci siano sforzi da parte di tutti”, (FMI, Stati e Grecia) è stato quindi dato il via libera ad un insieme di misure che, come detto dallo stesso direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde, “aiuteranno a portare il rapporto debito-pil della Grecia su una traiettoria sostenibile ed a facilitarne il graduale ritorno sul mercato”. Le luci dell’alba hanno accompagnato la decisione di versare altri 43 miliardi di euro allo Stato ellenico.
Conclusione (Grecia salva, ma…). Il plauso per le decisioni raggiunte dall’Eurogruppo è arrivato da tutti: dai rappresentanti della Troika, dalla Lagarde, dal Presidente dell’Eurotower Mario Draghi, al presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, al commissario degli Affari monetari Olli Rehn.
La questione però non è ancora conclusa. La decisione formale sul versamento sarà presa il 13 dicembre, dopo che i parlamenti nazionali, tra cui quello tedesco, si saranno pronunciati a riguardo e dopo che verrà valutata una possibile operazione di ‘buyback’ di titoli dei stato greci che hanno perso molto valore durante la crisi.
Una semplice formalità?
Introduzione (Eurogruppo promosso). I ministri dell’economia e delle finanze ci hanno dormito su una settimana intera ed alle ore 12 di lunedì mattina si trovavano tutti, nuovamente, attorno ad un tavolo per decidere sulla madre Grecia. La volta scorsa, dopo ore di trattative, i componenti dell’Eurogruppo avevano preso il volo di ritorno senza aver deciso nulla. Questa volta, sin dall’inizio, la parola d’ordine è stata “non si esce senza accordo.” E ci sono riusciti.
Svolgimento (Osmosi Merkel-FMI?). Dopo una settimana è pur vero che gli attriti tra la Germania e l’FMI non potevano essere scomparsi ma, al contrario della volta scorsa, sono stati risolti in corso d’opera. Come in ogni negoziazione che si rispetti, attraverso un continuo gioco di “trade-off”, ognuno ha ceduto su qualcosa e l’accordo è stato raggiunto: la Grecia è salva. Come? L’FMI ha leggermente abbassato il tiro ed infatti il debito pubblico greco non dovrà scendere sotto il 120% del Pil entro il 2020, ma sotto il 124% per arrivare, nel 2022, al 110%. La Germania a sua volta è stata favorevole al fatto che gli Stati rinuncino ai loro profitti sui bond greci e li versino direttamente ad Atene in un conto bloccato.
Con la premessa che “ci siano sforzi da parte di tutti”, (FMI, Stati e Grecia) è stato quindi dato il via libera ad un insieme di misure che, come detto dallo stesso direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde, “aiuteranno a portare il rapporto debito-pil della Grecia su una traiettoria sostenibile ed a facilitarne il graduale ritorno sul mercato”. Le luci dell’alba hanno accompagnato la decisione di versare altri 43 miliardi di euro allo Stato ellenico.
Conclusione (Grecia salva, ma…). Il plauso per le decisioni raggiunte dall’Eurogruppo è arrivato da tutti: dai rappresentanti della Troika, dalla Lagarde, dal Presidente dell’Eurotower Mario Draghi, al presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, al commissario degli Affari monetari Olli Rehn.
La questione però non è ancora conclusa. La decisione formale sul versamento sarà presa il 13 dicembre, dopo che i parlamenti nazionali, tra cui quello tedesco, si saranno pronunciati a riguardo e dopo che verrà valutata una possibile operazione di ‘buyback’ di titoli dei stato greci che hanno perso molto valore durante la crisi.
Una semplice formalità?
di Sveva Biocca
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