Finita la Fiera del Levante, ecco che ci spetta, come tutti gli anni, la conferenza stampa di conclusione e bilancio. Il Presidente Gianfranco Viesti, cui è toccato il ruolo ingrato del veterinario chiamato a decidere se tentare una cura o sopprimere l'animale sofferente, ha cercato di salvare il salvabile.
Viesti è un pragmatico, oltre che un fine economista formatosi alla stessa università di Mario Monti. Fosse per lui la Fiera sarebbe chiusa da un pezzo. Difficile rinnovare un pezzo di antiquariato economico e sociale che fino allo scorso anno faceva i conti con un passato glorioso ma sepolto e un futuro nebuloso e traballante.
Il destino infausto di quest'ente ormai ultrasettantenne, andato in crisi insieme alla politica che lo animava e alimentava, lo si legge nel declino generalizzato della classe commerciale barese e la sostanziale indifferenza di altri comparti produttivi e imprenditoriali pugliesi.
A Lecce e Foggia, tanto per dire, della Fiera di Bari non interessa proprio nulla, e del resto la miope classe commerciante barese ben poco ha fatto per coinvolgere i colleghi delle altre province pugliesi nella gestione dell'Ente.
Così com'è, la Fiera non serve a niente e nemmeno le tanto sbandierate trasparenze nelle assunzioni e nell'affido ad una società esterna del servizio-marchette, più noto come ufficio stampa, hanno dato slancio a questa agonia. La società delle assunzioni ha chiuso le liste due giorni prima del previsto e sull'ufficio marchette, meglio stendere un velo pietoso.
Anche perchè il vecchio vizio di pagare i giornali e le tv per farsi dire solo bene, non è cambiato. Il Corriere del Mezzogiorno, che aveva lanciato più di una critica, infatti, non ha avuto neanche un euro di pubblicità istituzionale. E questo da uno serio come Viesti, per esempio, non ce l'aspettavamo proprio.
Se troverà il coraggio di chiuderla e di riaprirla solo quando sarà diventata qualcosa di veramente internazionale e innovativo, allora il Presidente rischierà davvero passare alla storia. Così, per dirla con una battuta, non passa nemmeno alla geografia.
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