Il teatro Mercadante di Cerignola |
Anche a Cerignola le vacanze sono agli sgoccioli. Avevamo lasciato un'Amministrazione comunale in stato confusionale, e la ritroviamo nelle medesime condizioni. E' stato approvato il progetto di tornare alle famose "strisce blu", con la sosta a pagamento, ma le magagne della cosa sono molteplici. Ad esempio, non è stato previsto un mini-abbonamento giornaliero.
E il costo della sosta è di 0,80 centesimi all'ora, al di sopra della media nazionale, che è di 0,60 cent/h.
Senza dubbio, peraltro, si potevano lasciare più spazi provvisti di "strisce bianche" per il parcheggio gratuito. Per dirne una, in viale Roosevelt, su entrambi i lati della carreggiata, la sosta è a pagamento. Hanno sollevato qualche perplessità anche i paletti posizionati in tutta la città allo scopo di impedire il parcheggio alle autovetture nei pressi delle rampe per disabili.
Difatti, non ha alcun senso posizionarli, se poi non si vigila, e non si multa, chi non osserva il divieto di sosta. Dopo solo pochi mesi, inoltre, sono quasi tutti danneggiati, e nessuno si è preoccupato di sostituirli. Per non parlare, tornando alle "strisce blu", della pessima vernice usata per dipingerle: dopo alcuni giorni, tutte le linee si sono sbiadite e, in alcuni punti della città, non sono neanche più visibili. Il solito pressapochismo del Giannatempo-bis, insomma. Poi, arriviamo ad una nota del Comune di Cerignola, che recita così:
"Per i primi quindici giorni, ci sarà tolleranza, per quanto riguarda la sosta a pagamento". Cosa avranno voluto mai dire, dalle stanze del Palazzo? Cosa vuol dire, "tolleranza"? Non sarà, magari, la solita storia? Ci si starà forse riferendo a quelli che, avendo "santi in Paradiso", eviteranno così i verbali?
Perché, comunque, qualche multa è già stata effettuata. Quel che è sicuro è che, pur essendo trascorsi soltanto due anni, sembra passata un'eternità, da quando questa Amministrazione si è insediata. E non siamo neanche a metà del mandato. E' proprio vero: le cose belle finiscono presto, quelle brutte sembrano non finire mai.
di Carlo Dercole
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