Di Cittadella della Giustizia non se ne parla proprio. Chi ha letto fra le riga l'intervista resa dall'assessora Angela Barbanente alla nostra Fortunata Dell'orzo QUI PER LEGGERE L'INTERVISTA avrà certamente compreso che la dolce, ma tosta assessora all'urbanistica, per l'edilizia giudiziaria barese, pensa a ben altro. Per lei è sempre valida l'ipotesi del tavolo tecnico Comune Regione, del 2007, ovvero la costruzione ex novo di un secondo palazzo di giustizia in via della Carboneria. Quello per il quale Simone Di Cagno Abbrescia riusci nell'impresa di perdere cento miliardi di contributo dello Stato. Sito in pieno quartiere Libertà e su area urbana centrale, destinata a servizi e oggi gravemente degradata. Ipotesi che potrebbe essere ripresa e riconfermata nel patto per Bari di Nichi e Michi. Se fosse per lei, anche se non può dirlo, perchè non rientra nelle sue competenze, il progetto Pizzarotti, plastico compreso, sarebbe stato già conferito in discarica. Con buona pace dell'ing. Michele Cutolo e dei suoi corifei, vecchi e nuovi.
Il progetto Pizzarotti per il Palagiustizia di Bari |
Che si dovesse fare una Vas é appena ovvio. Chi non ha capito, o finge di non capire di cosa stiamo parlando, deve considerare che la cosidetta cittadella della giustizia investirà un'area di circa trenta ettari, posta fra lo stadio San Nicola e il Comune di Bitritto. Circa 800.000 ( ottocentomila) metricubi di cemento scaricati in aperta campagna, urbanizzando un'area destinata dal Prg a restare agricola. Insomma, una evidente e scoperta speculazione edilizia. La più grande della storia di Bari, che pure ne ha viste tante. Le norme tecniche approvate dall'improvvisato urbanista Giuseppe Albenzio prevedono una edificazione pari a quattro metricubi per ogni metroquadro, con edifici che potrebbero arrivare sino a 80 metri di altezza. Per molto meno a Punta Perotti, larga parte della città è insorta. Per la cittadella questa enorme e devastante colata di cemento non è stata ancora percepita e valutata in tutta la sua evidente negatività. A tanto sopperirà la Vas, che ci auguriamo scriva finalmente la parola fine a questa nefasta favola.
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