venerdì 2 novembre 2012

La morte di Pino Rauti

Pino Rauti
Una vita intera (1926 - 2012) spesa per l'idea, sin dal 1946, quando aveva fondato il Movimento Sociale Italiano insieme a Giorgio Almirante (che lo guiderà praticamente per tutta la vita), Pino Romualdi, Augusto de Marsanich e altri. Era l'ultimo rimasto in vita di quel piccolo gruppo di irriducibili che, pur sapendo di doversi collocare all'esterno dell'arco costituzionale, avevano comunque deciso di riportare in vita, senza poterlo mai nominare, il partito fascista.

Rauti ne rappresentava l'ala sinistra, per quanto questo possa far sorridere o discutere. L'ala rivoluzionaria e radicale, più legata al fascismo delle origini, quello che nel primo decennio del secolo scorso, si era allacciato culturalmente al futurismo e rappresentava sostanzialmente l'ansia di rinascita e riscatto di un'Italia mortificata dal trasformismo giolittiano da un lato e terrorizzata dall'altro dalla forza organizzativa e rivoluzionaria dei socialisti, da cui nel 1921 sarebbe nato il partito comunista italiano.

Fu questa vicinanza, mai rinnegata o rivista da Rauti, per tutta la sua vita, che gli provocò quelle conseguenze sul piano giudiziario, lui che sostanzialmente era un teorico e un filosofo della politica. Alle sue idee dissero di essersi ispirati diversi rappresentanti dell'eversione nera, in un periodo in cui gli opposti estremismi (con l'eversione rossa che poi si sarebbe concretizzata nel terrorismo delle BR) erano una carta di grande utilità nelle mani della democrazia cristiana del tempo, il vero centro di gravità permanente cui facevano riferimento la Nato e i governi degli USA, proprio per tenere lontane dal governo sia i comunisti sia appunto i missini.

Dopo Fiuggi, nel 1996, Rauti se ne andò dal MSI che si chiamava Alleanza Nazionale, fondando un suo movimento, quello della Fiamma Tricolore, che a sua volta subì un'ulteriore scissione, costringendo Rauti, ancora una volta, ad andarsene. Di lui, oggi che la destra italiana ha definitivamente chiuso i conti con un passato difficile e storicamente segnato a sangue, che in Europa sembra pacificamente accettata l'idea che fascismo e nazismo, insieme al comunismo "reale" praticato  ancora in diversi paesi del mondo, siano "il male assoluto" (come ebbe modo di dire Gianfranco Fini qualche tempo fa), di Pino Rauti resta da ricordare un percorso umano  e culturale di estrema coerenza e grande rigore morale. Due grandi qualità che vanno riconosciute anche agli avversari più irriducibili. Se ne abbiamo.

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