Un tour de force barese che ha toccato due alberghi e una piazza: ma per Bersani Bari non si è scomodata più di tanto. Gli appuntamenti al Palace (Tecnologia e Innovazione) e al Boston (Agricoltura) rispettavano l'approccio "multitasking" che il Pd ha riservato al capoluogo della regione meridionale governata da quasi otto anni da una maggioranza amica. Non più di cinquanta, sessanta persone per ognuno dei due alberghi. Non più di due, trecento aficionados per la piazza barese, di fronte alla parrocchia di San Ferdinando, dove un tempo parlavano solo i seguaci di Almirante.
Un tizio molto arrabbiato, proprio all'inizio del comizio, urla che non si fa una manifestazione politica davanti ad una chiesa, dimenticando che il suolo pubblico non appartiene a nessuno. Viene urbanamente calmato. Forse è il momento più emozionante di una serata scontata e già sentita molte altre volte, in una città sostanzialmente distratta e dimentica, presa dalle vacuità dello struscio serale e di un sabato quasi tiepido e non piovoso.
Bersani si fa precedere da un giovane sindaco e da un lavoratore tarantino di un call center che rischia la mobilità. Il doloroso repertorio della crisi e dei patti di stabilità che strangolano le vite di milioni di italiani. Il suo intervento non si discosta da tanti altri già snocciolati in giro per l'Italia o nei vari salotto televisivi. Nessun attacco diretto ai suoi competitor di coalizione, ma nemmeno nessuna indulgenza soprattutto in direzione di chi usa disinvoltamente il verbo rottamare.
Sul palco con lui, onorevoli e senatori pugliesi, i dirigenti pd, i socialisti che non votano Vendola. Una ragazza si sforza di tradurre nella lingua italiana dei segni le parole del comizio, ma nessuno ha pensato a metterla più in alto e così la vedono solo dalle primissime file. In sostanza poca gente ad ascoltare, i soliti noti di queste circostanze liturgiche.
Intorno l'indifferenza, a volte l'irrisione becera di giovanotti e giovanotte senza futuro che non sia quello di plastica da troppo tempo contrabbandato come vero dai piazzisti della politica. Bari si conferma città senza ideologie precostituite, che resta a guardare strusciando nella "movida" serotina, quasi paurosa di farsi coinvolgere, di dover scegliere, prima o poi.
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