domenica 23 settembre 2012

PDL: a Bari è notte fonda

“ITALIA, MEZZOGIORNO D’EUROPA: IDEE E VALORI PER COSTRUIRE IL DOMANI”. 

Così suonava l'head line scelta per questa réunion del PDL pugliese sotto gli sguardi di un ex ministro, Raffaele Fitto, e di un ex colonnello della fu Alleanza Nazionale, Maurizio Gasparri. Il tutto negli spazi dello Sheraton Hotel dei Degennaro, a Bari.
Un mezzo migliaio di persone, con prevalenza di ultracinquantenni maschi, molte signore dal look tranquillo e qualche squinzia ancora ferma alla coscia facile e al trucco similegizio che piaceva al Capo.
Poche bandiere, nessun BERLUSCONI scritto da nessuna parte e, grazie a Dio, nessun "meno male che Silvio c'è" il mantra di cui sembrava non si potesse fare a meno nelle convention di un tempo.
In sintesi estrema: due ore di sostanziale e pneumatico nulla, con nessuna attinenza, manco di striscio, con il tema proposto e che invece doveva suonare così: STASERA FACCIAMO VEDERE A GASPARRI COME SIAMO BELLI E BRAVI, SPERANDO CHE CI FACCIA CANDIDARE ALLE ELEZIONI O CI RICONFERMI CANDIDATI.
Non sappiamo se Gasparri, cui un untuoso Francesco Schittulli ha fatto gli auguri per l'onomastico, conoscesse o meno tutti quei polli, in parte suoi colleghi parlamentari, in parte ex, in parte amministratori locali. E non sappiamo nemmeno se mentre ascoltava annoiato e serissimo la raffica di banalità presentate come interventi, prendesse mentalmente appunti su chi trombare e chi appoggiare alle prossime politiche.
Certo l'esame di comunicazione politica non l'ha superato nessuno, tranne Raffaele Fitto, che di bravo è bravo, a parte la dizione che è ancora pessima e ben due sconfitte elettorali brucianti alla Regione e al Comune di Bari, sulla coscienza. Nemmeno lui, si intende, si è attenuto al tema della serata. Ma per lo meno i suoi attacchi a Vendola avevano il pregio della coerenza e della efficace sintesi a effetto ("Vendola dice che vuole un figlio: sarebbe bene che ci spiegasse come mai una donna deve girare quattro ospedali in Puglia per poter partorire").
Insomma, lì in mezzo l'unico leader è ancora Fitto, piaccia o non piaccia, a capeggiare un bel gruppo di Ascari velleitari e balbuzienti sempre dal punto di vista della comunicazione politica. I colleghi calciofili danno le pagelle alla fine della partita. Possiamo farlo anche a noi, al termine di una kermesse utile solo ai Degennaro per fare cassa e non certo alla politica di questo lembo d'Italia.
Luigi d’Ambrosio Lettieri, senatore in carica e coordinatore PDL area metropolitana: 5 meno meno. Si vede che non conosce nemmeno da lontano i veri problemi della città. Unica sua strategia è attaccare Emiliano. Potrà anche avere ragione, ma non ha fatto una sola proposta alternativa.
Antonio Distaso, deputato in carica e coordinatore provinciale: tre meno meno. Nipote di un grand'uomo e di un grande docente, è la prova che certe virtù non si ereditano con il DNA. Nessun cenno all'Europa, poche e confuse idee di critica al centro sinistra. Nessuna proposta.
Francesco Amoruso, senatore in carica: due. Nel suo discorso ha ovviamente riesumato il ricordo di Pinuccio Tatarella, senza il quale non sarebbe diventato nulla. Nessun cenno al tema della serata. E' di sicuro fra coloro che non saranno riproposti per l'elezione.
Francesco Schittulli, presidente della moribonda provincia di Bari, eletto con il centro destra (che lui spesso in camera caritatis dichiara di detestare). Dovremmo dargli meno due: ha fatto gli auguri a Gasparri per San Maurizio, ha svuotato la sala, non ha detto praticamente nulla anche se ha finto di dire cose fondamentali e trancianti. Il solito disastro, insomma, cui siamo abituati da tre anni.
Raffaele Fitto, ex ministro di Berlusconi e deputato in carica. Sette: sa mettere due parole in croce, riesce a interessare la platea, polemizza con eleganza ed efficacia. Certo anche lui ha dribblato il tema, ma per lo meno lo ha fatto con un po' di intelligenza. Se fosse lui il successore di Berlusconi, il centro sinistra dovrebbe preoccuparsi moltissimo.
Maurizio Gasparri, capo dei senatori del PDL. Tre: demagogia a gogò, autoassoluzione sul caso Lazio, solita manfrina su quanto di bello e buono ha fatto Berlusconi, nessun cenno all'Europa e un'accusa gravissima a Scalfaro, Ciampi e Conso "sono loro quelli che hanno fatto la trattattiva Stato-Mafia". Poi però accusa Ingroia di fare il barricadero comunista. 
Certo, vi sono stati altri interventi. Ma su di essi non è possibile esprimere alcun giudizio. Inesistenti, insomma.
di Fortunata Dell'Orzo

Nessun commento:

Posta un commento