giovedì 27 dicembre 2012

Un calendario antiracket per non dimenticare

Si è ispirato alle cartine rotonde che avvolgono uno per uno gli agrumi più pregiati, Mauro Bubbico grafico lucano, per realizzare i dodici volti che da Emanuele Notarbartolo, ucciso dalla mafia nel 1893, fino a "Principessa" giovanissima e sconosciuta vittima del traffico di esseri umani, morta affogata, come migliaia di altri suoi sventurati compagni di viaggio, nel cuore del Mediterraneo, segnano questo calendario antiracket.

Sono poco più di cinquecento copie, destinate soprattutto alle scuole e alle associazioni che, come Libera, si occupano di contrastare in ogni modo l'illegalità, in preparazione di una grande mostra internazionale e itinerante che porterà, a partire da Tunisi, una trentina di pannelli, realizzati sempre da Mauro Bubbico, in giro per l'Italia e l'Europa "perchè il ricordo si trasformi n memoria" ha sottolineato Alessandro Cobianchi, presidente di Libera, l'Associazione fondata da Don Luigi Ciotti.

In questo sono presenti due pugliesi, il foggiano Francesco Marcone, ucciso per non aver ottemperato ai desiderata di qualche mammasantissima locale, e il salentino Antono Montinaro, ucciso insieme a Giovanni Falcone, nella strage di Capaci. 


A Bari, Libera gestisce due immobili sequestrati alla mafia e destinati ad uso educativo e sociale. "Ci stiamo impegnando perchè il prossimo anno ci siano almeno altri due volti pugliesi in questo calendario, quelli di Michele Fazio e di Gaetano Marchitelli, due adolescenti uccisi "per sbaglio" da proiettili mafiosi.

"Non è giusto dire che questi due ragazzi si trovassero nel posto sbagliato: nessuno deve morire perchè si trova a passare mentre è stata ingaggiata una sparatoria" ha sottolineato Cobianchi: "anche le loro morti sono ascrivibili al malaffare e alla mafia e anche le loro vite vanno inserite nella memoria collettiva".

Costato poco più di 1500 euro, praticamente la stampa mentre l'artista non si è fatto pagare, il calendario riporta all'attenzione uno dei primi settori in cui la mafia esercitò e ancora esercita le  sue azioni prevaricatrici, il commercio degli agrumi. Un pensiero che va a Rosarno, città calabrese simbolo di un doppio sfruttamento criminale, quello sui  migranti che raccolgono arance e manderini, e quello sugli agricoltori, spesso costretti a vendere il prodotto ai prezzi fatti dalle cosche.

Un calendario, insomma, per non abbassare mai la guardia.

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